Negli ultimi giorni è scattato l’allarme per il modello realizzato dal Comitato tecnico scientifico nel quale sono stati ipotizzati circa 151mila pazienti in terapia intensiva nel caso di una ripartenza totale. Uno studio che avrebbe spinto il Governo a rallentare le riaperture rendendo la fase 2 meno incisiva di quanto previsto.
Osservando la pubblicazione del Cts qualcuno però ha storto il naso, analizzato i numeri dello studio e poi esclamato: i conti non tornano. A confutare gli esperti del Governo è un documento pubblicato da Carisma – holding di partecipazioni industriali. E se fosse veramente così, si sarebbero prese decisioni vitali per il Paese basandosi su numeri errati.
Per scoprire maggiori informazioni sullo studio elaborato da Carisma, Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno intervistato il presidente della holding Giovanni Cagnoli
Queste le spiegazioni di Giovanni Cagnoli a Lavori in Corso.
Gli errori del comitato tecnico scientifico
“C’è un errore del comitato tecnico scientifico marchiano. Loro dicono che per calcolare la necessità di posti in terapia intensiva partono dai posti effettivamente usati, ma solo nel primo mese. E quindi il primo errore è che bisognerebbe usare dati fino ad oggi.
Ma poi aggiungono tutti i decessi. Sostanzialmente dicono che chi è morto con il Covid avrebbe dovuto essere ricoverato in terapia intensiva ed è oltre che un errore marchiano logico anche un insulto. I nostri medici mandano in terapia intensiva le persone che devono andarci. Da un mese a questa parte è possibile andare in terapia intensiva perché i posti ci sono. E se non li hanno mandati è perché non c’era bisogno”.
E sui dati di oggi?
“Oggi ci sono stati 285 decessi. Facendo i conti con il modello dell’Iss in terapia intensiva oggi sarebbero dovute andare 715 persone. Ora, oggi i casi di terapia intensiva in Italia sono scesi di 100. Quindi secondo loro ne sarebbero andate 715 ma scendendo di 100 in totale.
E’ ridicolo. Il modello non sta in piedi in nessuna condizione matematica. Solo che non lo ammettono”.
Secondo il modello dell’Istituto Superiore di Sanità negli ultimi 10 giorni sarebbero dovute andare in terapia intensiva 10mila persone. Oggi ce ne sono 1600. Mi pare che i numeri non stiano insieme.
Numeri sbagliati per decisioni politiche sbagliate
“E’ molto grave che i numeri siano così pesantemente sbagliati. E poi vengono prese le decisioni su questi numeri, a me sembra molto grave.
Il Governo ha paura di riaprire troppo presto perché teme un contagio di ritorno. Quindi preferisce affidarsi a dei numeri che sono terrorizzanti. Le misure politiche possono anche essere di aspettare per non rischiare, però sarebbe il caso di prenderle con i numeri giusti. Se i numeri sono sbagliati difficilmente le decisioni potranno essere giuste.
Segnalo che noi abbiamo avuto un livello di chiusura che è il più alto del mondo, escluso Wuhan che ovviamente non fa testo. E il numero di decessi per un milione di abitanti è uguale a quello di Spagna, Francia, Belgio, Olanda. La Svezia che ha aperto tutto ha la metà dei nostri decessi per un milione di abitanti.
Qualche domanda dovremmo farcela. Che adesso si possa riaprire di più e prima rispetto a quanto programmato è ovvio, soprattutto al centro-sud”.
Dittatura sanitaria in atto?
“In questo momento ci sono persone che una ribalta mediatica così non l’hanno mai avuta. E quindi hanno un certo interesse e gradimento. Cercando di portare avanti una linea di massima prudenza onde evitare di essere messi alla gogna perché additati come coloro che hanno fatto riaprire troppo presto.”
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