Turismo in crisi: “Conte deve ascoltarci, così uccidono il piacere di stare insieme” ► Sarnella (Confimprese Turismo Italia)

Incombe l’incertezza sul futuro dell’estate italiana. Dietro alla voglia di andare al mare, alla tintarella e alle escursioni fuori porta, c’è un settore che attende risposte. Il turismo infatti contribuisce al 5% del Pil nazionale e ad oltre il 6% dell’occupazione del Paese.

Si tratta di una filiera strategica, che quindi andrebbe tutelata in tempo. Ma con quali mezzi? Stefano Molinari e Luigia Luciani lo hanno chiesto a Giuseppe Sarnella, presidente di Confimprese Turismo Italia.

Questo il suo intervento a ‘Lavori in corso’.

Senza un programma

Non so se quest’estate saremo pronti per andare in vacanza. Il turismo, al momento, non ha un programma. Noi abbiamo chiesto un incontro con tutti i rappresentanti di categoria per discutere su come progettare il futuro. Se non c’è un tavolo unito, da soli non andiamo avanti”.

Ascoltare gli esperti del settore

“Il Pil del turismo non è del 6% o del 7%. Ma è molto più ampio perché l’indotto del turismo coinvolge anche l’edilizia, i taxi, i ristoranti, l’abbigliamento. Perciò è molto più ampia. Noi stiamo aspettando, però se il Premier Conte non sente le associazioni come Confimprese e altre come la nostra, non credo che possa arrivare ad una soluzione. Sono le persone che hanno vissuto da sempre dentro il turismo che possono aiutare”.

Incertezza sul futuro

Vorrei dire di sì, quest’anno andremo a mare. Però se a monte non facciamo qualcosa se ne parla per il prossimo anno. Si sta uccidendo il piacere di stare insieme. E’ vero che dobbiamo imparare a convivere con il virus, ma se cambia la vita devi dare delle opportunità alle attività turistiche di fare qualche altra cosa. Dare delle agevolazioni. E se non arrivano questi benedetti fondi, secondo lei chi apre con i propri soldi?


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