Grande conoscitore della Serie A, e amico del calcio come pochi: Renzo Ulivieri ha raccontato ai nostri microfoni una situazione che perfino lui, nella sua lunga carriera, non aveva mai visto.
Un doppio punto di vista da allenatore e da “politico” è venuto fuori durante l’intervista a ‘Radio Radio Lo Sport’, il presidente della’Associazione Italiana Allenatori ha svelato tutte le preoccupazioni del momento, dai contratti della Serie A al dramma degli allenatori delle categorie inferiori, il cui mestiere è alla base del sostentamento familiare
Ulivieri non si è poi risparmiato alcune delucidazioni su alcune precedenti dichiarazioni che lo vedrebbero opporsi al presidente Lotito per alcuni toni definiti “padronali”, ma che a sua detta sono di tutti i presidenti di Lega.
L’intervista ha concesso tempo anche per dimenticare le polemiche e riportare alla luce i piacevoli flashback sulla sua carriera da allenatore, occasione seguita alla domanda delle domande: “Qual è stata la tua più grande soddisfazione?“. Questione niente affatto scontata per chi ha allenato talenti come Baggio e Buffon.
Ecco l’intervista completa di Renzo Ulivieri a Radio Radio Lo Sport.
Ulivieri e la polemica con Lotito: “Alcuni toni sono padronali, ma ce l’ho con tutti i presidenti di A”
Serie A: quando ripartire?
“Credo che dal momento che cominciano a riaprire le fabbriche sia un dovere nostro – parlo di calcio ad alto livello – ricominciare almeno a pensare di ripartire, perché non passi l’idea che siamo una categoria privilegiata, oltretutto avremo possibilità di controlli quindi aspettiamo cosa dirà la scienza medica in proposito, la cosa non parte da noi.
Dentro di noi allenatori c’è la voglia di ricominciare, c’è poco da fare, speriamo si riinizi al più presto perché alla base c’è anche una certa voglia di tornare in campo.
Calcio a porte chiuse? Potrebbe sembrare un po’ più ovattato, ma sono convinto che non andrà così. Quando si entra nel clima poi l’importanza della partita dipende dal tipo di gara, è chiaro che il pubblico è una spinta in più, ma per un breve periodo i calciatori, che sono professionisti, si ingegneranno a trovare le motivazioni senza l’aiuto degli spettatori.
La crisi delle categorie inferiori
Scuole calcio? Sono problemi molto diversi da quelli precedentemente trattati, pensiamo agli allenatori di Serie C. Noi abbiamo cercato di fare e pensiamo di aver fatto cosa giusta cercando di tutelare le fasce più deboli. In un momento come questo è ciò che si deve fare, questo riguarda il calcio ma credo riguardi la vita in generale.
Al livello dilettantistico i problemi sono tantissimi perché in molti hanno un secondo lavoro, in tanti allenatori campano la famiglia con quel lavoro. Al momento si cercano soluzioni che non ci sono, non si riesce a trovarle perciò speriamo anche nell’aiuto del governo.
Con l’Associazione Calciatori solitamente andiamo di pari passo, a volte siamo divergenti perché gli allenatori possono avere interessi diversi dai calciatori in termini di tutele: mi riferisco ad esempio alla Serie A, che ha allenatori di prima squadra, preparatori atletici, e tutte le equipe che lavorano con stipendi normalissimi, come un operaio o un impiegato. Allora il nostro discorso è diverso, bisogna che diverga per forza di cose e qui mi riferisco alla Serie C: noi abbiamo spinto per la Cassa Integrazione, perché quei presidenti sono persone che hanno aziende e anche lì sono in difficoltà. Lì abbiamo cercato di fare degli scaglioni, per il calciatore è un po’ diverso perché c’è più uniformità.
Protocolli di sicurezza? Molte società sono attrezzate, altre no quindi questo comporterà dei costi, il mondo del calcio deve fare tutte le valutazioni del caso in questa situazione in cui risente molto anche dal punto di vista economico. Direi, sì, guardiamo gli aspetti economici, ma aspettiamo un attimo perché ora ci sono altri problemi.
La polemica con Lotito
Non è a Lotito che mi riferisco. Ho parlato di toni padronali nel comunicato della Lega di A: credo che i toni dovrebbero essere diversi, ma da parte di tutti. Spero di non aver toccato la suscettibilità di nessuno perché in questo momento abbiamo bisogno di tutto meno che di polemiche.
Il discorso del presidente FIFA Gianni Infantino
Il discorso di Infantino mi sembra molto responsabile, aggiungerei una cosa: ricominciamo quando saremo chiamati per ricominciare, perché noi l’evolversi della situazione non lo conosciamo, quello che succederà dal punto di vista psicologico e sociale nei cittadini non lo sappiamo, ma se ci dovesse essere chiesto di giocare per la distrazione delle persone è un sacrificio che noi dovremmo e vorremo poter fare. Però se ci verrà richiesto. Sull’accelerare per ricominciare una settimana, due settimane prima la penso come Infantino.
Con gli allenatori esonerati precedentemente credo che si dovrà fare una contrattazione individuale, sicuramente nella stessa misura e proporzioni dei titolari.
Le soddisfazioni più grandi da allenatore
Il talento più puro che ho allenato? Ne ho avuti molti, tra Buffon, Cannavaro, Thuram, Baggio, ma dico Chiorri Alviero, talento puro che ho avuto alla Sampdoria. Si perdeva per altre cose, ma calcisticamente aveva un gran talento, quando li mettevo a correre avevo Luca Pellegrini, Pietro Vierchowod, Roberto Mancini e Chiorri. Sugli ottanta metri arrivava sempre primo, purtroppo era un ragazzo di vita.
Il giocatore più grintoso avuto? Un mediano incontrista, che ora non va più di moda: Lamouchi, che aveva grinta e tecnica.
Dei calciatori che ho avuto non pensavo che Mazzarri facesse la carriera che ha fatto da allenatore, non credevo avesse quella capacità di entrare nella testa dei suoi calciatori.
La soddisfazione più grande? Con il Bologna all’ultima di campionato contro il Chievo. Misi Cristiano Doni esterno, che sembrava una bestemmia, e da lui al 90esimo partì il cross su cui segnammo e ottenemmo la promozione in A“.
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