Le parole del presidente del Censis Giuseppe De Rita nell’intervista al Mattino non lasciano spazio a interpretazioni: la paura è stata usata volontariamente come meccanismo per accentrare il potere e far accettare alle persone ogni decisione.
La creazione di questo “clima sospeso” è stata quindi una scelta consapevole e non casuale, accompagnata da una forma di comunicazione di numeri e di dati su contagi e morti che ha alimentato la sensazione dell’emergenza e ha conferito sempre più potere a Comitati Scientifici e Task Force.
Ecco le parole di De Rita lette da Ilario Di Giovambattista durante la diretta di Radio Radio Lo Sport.
“È un meccanismo non casuale: hanno usato la paura per accentrare il potere” ► Le parole di De Rita
“Ne sono convinto. È un meccanismo non casuale, ma scelto. Se alimento sempre più paura, la gente fa come dico io. Ma è un meccanismo non solo italiano, viene usato in Inghilterra e in altri Paesi. Una comunicazione che crea un tempo sospeso, in cui nessuno dice con precisione cosa avverrà.
E questo non può che accrescere la paura. Le sembra possibile che di fatto i virologi o un comitato tecnico debbano dire se e quando può iniziare un campionato di calcio, o aprire una scuola. Si è creato un accentramento di potere, almeno sull’indicazione dei comportamenti da seguire.
Ho sempre sostenuto che questo tipo di dati dovessero essere comunicati dall’Istat, che possiede almeno una cultura scientifica di statistica ed interpretazione. Sarebbe stato meglio, ma l’Istat è stato tenuto fuori anche se credo sia stato proprio la fonte principale di quelle informazioni.
Comunicare un numero di morti o contagiati, non ci fa capire cosa c’è dietro quel dato. I numeri secchi, privi di analisi statistica e qualitativa, creano maggiori paure in una situazione di emergenza che ha concentro il potere in comitati scientifici, commissari, task force”.
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