“Economia in terapia intensiva: le ripartenze dovevano essere valutate in base al rischio” ► Cursano (FIPE)

Solo dieci giorni fa lo start del Premier Conte alla ripartenza degli esercizi commerciali. Ma in dieci giorni cosa è successo? Distanziamento, sanificazione, utilizzo di mascherine: con non poche difficoltà molte attività hanno aperto, tante altre purtroppo non accennano alla ripresa.

A confermare la grave situazione delle imprese italiane le organizzazioni di categoria, dalle quali giungono pessime diagnosi. Stefano Molinari e Luigia Lucian ne hanno parlato con il vicepresidente nazionale di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Aldo Cursano. Ecco cosa ha detto in diretta a ‘Lavori in corso’.

“Economia in terapia intensiva: le ripartenze dovevano essere valutate in base al rischio” ► Cursano (FIPE)

“Abbiamo riaperto ma non siamo ripartiti. Questo è il problema. Non ci sono persone che vengono nelle nostre attività, al di là del turismo naturalmente. L’economia è in terapia intensiva. I motivi? Dopo mesi rinchiusi con questa paura c’è la non predisposizione ad andare a fare la spesa, al ristorante e persino di andare a prendere un caffè. Bisogna lavorare per superare la paura.

Sapevamo che la ripartenza sarebbe stata graduale, ma così disastrosa… Le ripartenze sarebbero dovute essere parametrate in base al rischio.

Io a volte ho l’impressione che si giochi con la vita, con l’economia. Occorrerebbe cercare di condividere certe scelte sentendo magari chi sta sul campo. Si sta giocando col fuoco, ci sono tragedie vere. A sentire certe cose… annunci annunci e la realtà poi è quella che viviamo, un po’ ci si arrabbia ecco. Quando uno ha sete oggi e tu gli prospetti di dargli da bere fra un anno, quando arriva quell’acqua serve per l’estrema unzione”.


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