Da tempo illustri esponenti di istituzioni e società civile evocano l’esplosione di rivolte sociali se la realtà dovesse coincidere con le previsioni economiche. Prima di arrivare a tale scenario alcuni presagi si stanno materializzando già in questi giorni con numerose forme di protesta organizzate in tutto il Paese.
“Lo Stato si è fatto garante solo di quegli imprenditori che già lo erano. Hanno pensato di concentrare il debito sulle imprese, che dovevano invece mettere in moto la macchina“. Questo lo sfogo di uno storico commerciante romano Giulio Anticoli, portavoce dello sciopero “Io non riapro”. Infatti il via libera dato dal Governo non è servito a tenere a bada la rabbia di circa 2000 negozi, oggi rimasti chiusi.
“Entriamo in trincea e combattiamo una guerra dove ci saranno tantissime vittime” commenta Anticoli, che poi ammonisce: “Il Governo deve fare in modo che siano il meno possibile”.
Le motivazioni di questa protesta sono state raccontate da Giulio Anticoli ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari. Ecco l’intervista andata in onda a “Lavori in Corso”.
“Le nostre vite in mano ai creditori: noi non riapriamo!” ► Lo sfogo dei negozianti romani
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