Talvolta nella prova è bene anche buttare un occhio verso ciò che fanno gli altri: se il test Covid per l’Italia si sta rivelando durissimo, non sembra essere così per la Svizzera, stato tanto vicino quanto diverso, sia nella configurazione democratica che nelle soluzioni anti-coronavirus.
Con Karim Sghaier, imprenditore, finanziere e Presidente della “Le Regént International School”, c’eravamo lasciati alle spalle uno scenario quasi idillico nell’economia d’oltralpe. Si parla di soldi dati a vista dalle banche ai richiedenti in un lockdown che, come ha spiegato oggi, è stato applicato in maniera molto più leggera rispetto alle restrizioni italiane.
Situazione demografica (e democratica) differente, sì, ma statistiche neanche paragonabili dal punto di vista sanitario.
Ristoranti, bar, parrucchieri aperti non hanno incentivato il virus a creare una crisi sanitaria: risultati sotto controllo nell’ultima settimana, parliamo di 20 infetti e 0 morti in un giorno per un’ospedalizzazione da Covid pressoché nulla.
Frutto del caso? O ci sono dei meriti nel sistema svizzero di democrazia diretta?
Lo abbiamo chiesto direttamente a Karim Sghaier a ‘Un giorno speciale’.
Sentite cosa ha detto a Fabio Duranti e Stefano Molinari.
“Lockdown leggero e nessuna crisi sanitaria: qui in Svizzera il governo ha rispetto e timore della voce del popolo” ► Karim Sghaier
“C’era fin dall’inizio una scelta fatta dalla Confederazione di fare un confinamento meno duro, meno militare rispetto a come è stato fatto in Francia o in Italia e questo compromesso sembra abbia dato buoni risultati. fatto da prendere in considerazione è che il popolo svizzero in generale si comporta bene, sono stati riaperti tutti i negozi e i ristoranti dove andrò in seguito all’intervista coi miei bimbi, come faccio da tre giorni.
Personalmente evito le folle, non i ristoranti ad esempio. Nei nostri ristoranti c’è la distanza di sicurezza di 2-3 metri, quindi la metà dei tavoli. Non mi sento assolutamente a rischio, poi puliscono prima e dopo il servizio.
Quel che è sicuro è che non puoi lasciar morire questa gente qua.
I risultati sanitari sembrano al momento sotto controllo, gli unici problemi che abbiamo avuto è con dei giovani adolescenti al confine francese che hanno organizzato serate con centinaia di persone nelle quali è dovuta intervenire la polizia.
Il Presidente della Confederazione e il Ministro della Salute svizzero hanno voluto fare questo compromesso di un lockdown leggero anche perché qui il popolo ha una voce importante, una democrazia diretta. Hanno così fatto delle misure per gli over 65 mentre gli altri erano confinati ma potevano comunque uscire a far spesa o andare fuori con i bambini per un massimo di 5 persone, restrizioni più “light”.
Se tu forzi la gente a restare a casa e a morire di fame ottieni l’effetto contrario, la gente uscirà. Un po’ come accaduto qui cn quegli adolescenti. La gente che ha bisogno di guadagnare però deve uscire per forza. La nostra confederazione ha secondo me elaborative un sistema molto efficiente in proposito, qui chi non si ritiene a rischio esce e va a lavorare. Le piccole imprese stanno lavorando, dai parrucchieri ai ristoranti, i danni che ci aspettiamo sono più al livello turistico“.
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