La Serie B è categorica. I cadetti vogliono riprendere il campionato per finirlo sul campo. Sembrano esserci davvero i migliori presupposti, soprattutto considerando la situazione sanitaria nazionale, per la ripartenza della stagione 2019-2020. Gli ultimi dati sul Coronavirus stanno aprendo spiragli molto ampi sulla generale riapertura delle attività economiche del nostro paese.
Vale la pena ricordare in proposito che anche il calcio è un movimento che frutta fior di milioni da destinare anche alle casse dello Stato.
Il Presidente della Lega Serie B, il Dottor Mauro Balata, è intervenuto nel corso di ‘Radio Radio Lo Sport’ rivendicando a gran voce la rilevanza del torneo cadetto nel panorama calcistico nazionale. Le dichiarazioni del Presidente, inoltre, hanno toccato anche l’annoso tema della riforma dell’intero sistema calcistico italiano.
Presenti al tavolo del dibattito il Direttore Ilario Di Giovambattista, Francesco Di Giovambattista, Stefano Raucci
Serie B, come e quando ripartire ► L’intervista al Presidente di Lega
“L’assemblea della Serie B all’unanimità più volte ha manifestato la volontà – ovviamente laddove ci siano le condizioni sanitarie – di voler terminare i campionati sul campo. Io l’ho detto anche ufficialmente in sede di consiglio federale ultimo, indicando anche una data condivisa anche in assemblea. Smentisco categoricamente informazioni diverse da questa. Noi abbiamo adottato una linea diversa, rispettosa del ruolo e delle competenze delle istituzioni. Parlo del Governo e del Comitato Tecnico Scientifico. Dall’inizio abbiamo sempre manifestato la volontà chiara e unitaria, laddove fosse stato detto a tutti noi del mondo del calcio professionistico che vi erano le condizioni per poter riprendere con le partite che ovviamente purtroppo saranno a porte chiuse, di voler terminare sul campo il nostro campionato”.
Incomprensibili eventuali discriminazioni tra un campionato e l’altro
“Da due mesi e più a questa parte, cioè da quando fu emanato il primo Dpcm che consentiva lo svolgimento delle gare a porte chiuse e poi c’è stato il blocco, la situazione sanitaria del paese credo sia cambiata. Questo lo dicono gli esperti che lavorano con il Governo.
Questo ha comportato anche una rivalutazione di quelle che sono le condizioni e le prescrizioni necessarie per poter riprendere intanto con gli allenamenti di gruppo dopo essere partiti con gli allenamenti individuali. Mi sembra che l’ultimo protocollo abbia eliminato alcune prescrizioni, tipo quella di dover prenotare delle strutture costose per lungo tempo che avrebbero certamente determinato dei problemi. I protocolli sono protocolli che riguardano tutti gli sport di squadra professionistici.
Nel momento in cui ci sono le condizioni per poter riprendere anche con lo svolgimento delle gare, quale è il motivo che dovrebbe impedire anche al campionato di Serie B che comunque è il secondo livello professionistico italiano di poter riprendere e finire i campionati sul campo? Io non capirei questa discriminazione tra un campionato e l’altro”.
Fondamentale trovare l’equilibrio tra diritto alla salute e ripresa delle attività economiche
“Io ho sempre detto dappertutto che la Serie B voleva finire e terminare il campionato sul campo. Ho detto anche in tempi non sospetti, quando ci furono le dichiarazioni del Presidente del calcio mondiale Infantino disse che si poteva gestire l’emergenza sanitaria senza fretta e si poteva addirittura riprendere il campionato in una fase successiva all’estate per poi riparametrare tutta la prossima stagione a partire da gennaio, che ero molto favorevole a quella idea. Perché in quel momento pensavo che il tempo ci avrebbe aiutato sotto vari profili. Intanto a capire e analizzare meglio questo virus che all’inizio aveva scatenato il panico tra gli stessi medici. Dopo perché il servizio sanitario nazionale si è organizzato meglio e perché tutti speravamo che ci fosse una diminuzione della presenza del virus.
Ad un certo punto bisogna trovare un equilibrio tra la tutela e il diritto costituzionale alla salute dei cittadini, ed il diritto a svolgere anche le attività economiche. Credo che il Governo stia cercando di raggiungere questo obiettivo. Altrimenti se si ferma tutto si crea un danno enorme alla nostra economia”.
Serie B: possibile ripartenza il 20 giugno
“Nell’ultima assemblea di lega, come comunicato anche alla Federazioni, noi abbiamo individuato come data ipotetica per la ripartenza quella del 20 giugno. Abbiamo già un calendario ipotizzato. L’ultimo consiglio federale ha stabilito che i campionati nazionali possono finire entro il 20 agosto. Sugli allenamenti noi abbiamo raccomandato, nell’ultima assemblea di Lega, alle società di attendere la data del 28 maggio. In linea di massima credo che le nostre società attenderanno la data del 28 maggio, ma nessuno può vietare di iniziare anche prima. Noi abbiamo stimato in tre settimane il periodo di tempo per poter ricominciare il campionato”.
L’alternativa play off e play out
“La FIGC nella delibera pubblicata sul proprio sito ha detto che, qualora non ci sia tempo sufficiente per terminare regolarmente tutto il calendario, l’opzione B è quella di svolgere almeno i play off e i play out. Terza opzione è quella della cristallizzazione della classifica. Più volte mi sono posto il problema anche da giurista confrontandomi con colleghi. Prima non avevamo uno strumento giuridico che ci consentisse di risolvere in automatico questa tematica perché noi abbiamo dieci partite da recuperare, la Serie A dodici con quattro recuperi e noi uno solo.
Questo potrebbe determinare che società che stanno a pochi punti dalla quota salvezza o dai play off sarebbero in qualche modo penalizzate. Però qui c’è il tema anche del fattore imponderabile, che è il virus che purtroppo ha determinato questa situazione. Ecco perché speravo che quella proposta di Infantino venisse presa e praticata perché secondo me era la soluzione per terminare i campionati regolarmente ed evitare qualsiasi tipo di malumore”.
Questione diritti televisivi
“Da noi effettivamente i botteghini incidono più che in A. Incidono però anche i diritti televisivi perché anche noi abbiamo diritti autonomi. Incide la cosiddetta mutualità, cioè quei diritti che noi percepiamo attraverso la Legge Melandri. Prendiamo circa 78 milioni dalla mutualità, più una trentina li prendiamo dai nostri diritti. Il botteghino incide a seconda delle dimensioni degli stadi, della tifoseria e certamente è una voce importante. In questo momento ancora non sappiamo per quanto tempo purtroppo non potremo contare su questa voce di ricavo. Però ci dobbiamo anche adeguare a questa condizione. Non abbiamo alternative. Noi siamo il secondo livello professionistico di un calcio che è il quarto o quinto al mondo”.
Il modello calcistico tedesco
“Quello della riforma dei campionati è un tema enorme. Da tempo ormai non ce la fa più un sistema strutturato in questo modo. Ci vuole una riforma intelligente basta su dati e modelli. Ci sono modelli che possono essere adattati anche al calcio italiano. Analizzando gli altri modelli calcistici, il modello tedesco a me sembra un modello a cui ci si può ispirare per una serie di ragioni. Loro la riforma l’hanno fatta per ragioni di carenze competitive e di qualità dei campionati, ma anche per ragioni di crisi economica. Noi possiamo approfittare di questa situazione per capire se è possibile rendere il modello calcio più sostenibile, più virtuoso ma anche magari capace di esprimere un calcio più bello a tutti i livelli. Quindi capace anche di produrre maggiori risorse. Bisogna mettersi intorno a un tavolo con degli esperti per capire la soluzione migliore”.
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