Il Governo, il Ministero della Salute, l’Istat e il Comitato Tecnico Scientifico hanno chiesto alla Croce Rossa Italiana di contattare 190 mila persone per ottenere 150 mila provette di sangue. Lo scopo è quello di far testare i campioni per valutare in che percentuale ci siamo contagiati con il coronavirus nelle scorse settimane, anche magari in modo asintomatico o con pochissimi sintomi.
L’iniziativa è stata lanciata da pochi giorni e con non poche difficoltà, dato che spesso al telefono gli operatori della Croce Rossa vengono scambiati per call center e “scocciatori” che cercano di vendere abbonamenti.
A spiegarlo è stato ai nostri microfoni il Responsabile Area Salute Associazione della Croce Rossa Italiana, Michele Bonizzi. Ecco cosa ha detto in diretta a Luigia Luciani e Stefano Molinari.
Test sierologici covid gratuiti ► L’appello della Croce Rossa: “Rispondete, non siamo call center!”
L’iniziativa
“Il nostro Governo, il Ministero della Salute, l’Istat e il Comitato tecnico scientifico hanno chiesto alla Croce rossa di contattare 190 mila persone per ottenere 150 mila provette di sangue che poi le entità regionali testerà per valutare in che percentuale ci siamo contagiati con questo covid nelle scorse settimane anche magari in modo asintomatico o con pochi sintomi. Obbligatorio? Naturalmente no, nessuno può essere obbligato a sottoporsi a una dinamica che, anche se minimamente, è invasiva”.
Il dramma dei call center
“I test sono assolutamente gratuiti. Il problema principale è che la gente non risponde proprio, credono che sia un call center che propone una nuova tariffa. In realtà poi quando contattiamo le persone e spieghiamo alle persone il motivo, la percentuale delle persone che non vogliono sottoporsi è estremamente basa, 15%. Il problema è solo farci rispondere al telefono, la maggior parte delle persone le dobbiamo ricontattare. L’elaborazione dei risultati e la comunicazione del referto viene fatto dal servizio sanitario nazionale. Quindi se c’è una positività viene agganciata l’esecuzione del tampone, con tempistiche che variano da regione a regione.”
Come funziona il test
“Il volontario della Croce rossa dice al cittadino che è stato selezionato dall’Istat, chiede se sa di cosa si tratta, molte persone lo sanno già. Se la persona accetta cerchiamo di spiegarlo meglio, è interessante saperlo a) per curiosità b) per tutelare i propri cari. A questo punto viene sottoposto un questionario di circa una decina di minuti, si chiede dove si vive, se si è lavorato nelle ultime settimane e anche sullo stato di salute. Indipendentemente dalle risposte tutti possono essere sottoposti al tampone, sono dati importanti per l’Istat per qualificare scientificamente questo studio in modo sempre più sostanzioso e sostanziale. Poi viene dato un appuntamento in un punto prelievo il più vicino possibile a dove si vive”.
Tempistiche dei risultati
“Per i risultati più o meno si deve aspettare qualche giorno, 2 o 3 giorni, dipende dalle modalità che le regioni hanno di comunicare le risposte. Purtroppo non posso rispondere per altri visto che noi non ci occuperemo di comunicare i risultati. Il test comunque ha un’elevatissima specificità, del 99%”.
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