Si parla sempre più spesso della libertà di stampa e molto più spesso si condannano quelle aree non democratiche, non occidentali, in cui la libertà di stampa non esiste. Al contrario, si dice, l’occidente trionfa per libertà di espressione e pluralismo dei punti di vista.
Ebbene in questi giorni vi è una gustosa e comica scenetta che val la pena di richiamare. Scenetta riportata addirittura sulla versione digitale del rotocalco La Repubblica con il titolo Molinari a Radio Capital: ‘La Cina chiarisca, si rischia tensione con Usa senza precedenti’. Maurizio Molinari è stato ospite a Radio Capital ospite della trasmissione diretta da Massimo Giannini.
In sostanza Molinari, che era direttore de La Stampa e che da pochi è divenuto direttore di Repubblica, è stato invitato a Radio Capital, diretta da Giannini che era fino a poco tempo fa vicedirettore di Repubblica e ora è direttore de La Stampa.
Passaggi apparentemente intricati ma chiarissimi: eccola la cifra del cosiddetto pluralismo informativo occidentale.
L’occidente non ha bisogno di ricorrere al partito unico o al giornale unico come altre forme orientali dittatoriali, si fonda su un finto pluralismo in cui i plurali sono sfumature avariate dello stesso punto di vista. Appare dunque plurale, diversificato, in ragione del fatto che viene ripetuto da più fonti, ma in realtà è sempre immancabilmente il medesimo punto di vista: quello che santifica e celebra la società dei mercati e demonizza tutto ciò che la società dei mercati non sia.
E’ questa l’essenza del finto pluralismo d’occidente e della dittatura glamour dei mercati.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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