Nel giorno in cui inspiegabilmente, abbastanza inspiegabilmente, i decessi in Lombardia arrivano a 0 oppure a qualche decina senza che ci sia un nesso logico con quanto accaduto prima; bisognerà vedere perché questo avviene.
Nel giorno in cui ci sono ancora la metà dei contagi in quella regione, i numeri si fanno decisamente positivi. Almeno apparentemente nel guardare quello che accade alla pandemia in Italia.
Però bisogna ricordare che i conti vanno fatti due settimane dopo, per quello che riguarda i contagi, e tre, quattro e forse anche cinque settimane dopo per quello che riguarda i ricoveri in terapia intensiva e i decessi. Lì faremo i conti veramente e speriamo che tutti possano essere come sono adesso.
Quindi significa che rispetto al 18, l’apertura liberalizzata fondamentalmente alla fine del lockdown, non basta essere arrivati al 25 o al 26 ma bisogna arrivare ancora un po’ più in là benché il picco maggiore di questa possibilità sia compreso tra 5 e 10 giorni.
Perché non abbiamo la pazienza di aspettare ancora un po’, visto tutto il tempo che abbiamo già aspettato? Perché vogliamo per forza andare incontro a rischi che possiamo e dobbiamo evitare? Chi lo racconterà poi a quelli che sono stati bravi che per colpa di qualcuno invece ci toccherà ricominciare da capo?
Naturalmente speriamo che non sia così e certamente non sarà così, magari saranno dei focolai. Ma sarebbe abbastanza inspiegabile che non ci sia nemmeno un ritorno di fiamma, come sarebbe abbastanza strano che non ci sia nemmeno una seconda ondata magari non adesso ma un po’ più in là.
Sono tutte cose che nessuno auspica. Sono tutte cose che quelli che vogliono che si sia attenti alle chiusure e che non si facciano alzate di testa che non servirebbero a niente, non vogliono assolutamente. Perché ci siamo divisi in due tra chi vuole riaprire e chi invece vuole essere prudente? Quando invece la prudenza dovrebbe essere l’unico sentimento che ci porta verso la fuoriuscita definitiva da questa pandemia e dunque anche verso la ripresa definitiva. Perché niente ci sarebbe di peggiore che essersi illusi di esserne usciti e invece dover ricominciare tutto da capo. Questa è ancora una paura che non è stata fugata.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
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