In questi giorni si parla molto di Recovery Funds, che io avevo chiamato con una parola italo-inglese “supercazzola-bond”, per la sola e semplice ragione che si tratta evidentemente di una presa in giro.
Prima di tutto da italiano mi chiedo: ma che governo è quello che plaude le decisioni prese da Francia e Germania senza averci nemmeno consultato?
Siamo nel punto più basso della nostra storia repubblicana, non abbiamo nemmeno più il diritto di essere consultati.
Siamo uno dei paesi europei, ma di fatto siamo dei sudditi, una colonia. Non veniamo coinvolti mai nelle decisioni, e come dei servi sciocchi, andiamo anche ad applaudirle.
In secondo luogo hanno poi fatto fatto passare la tesi che siano di fatto soldi a fondo perduto, servendosi della terminologia inglese.
Sappiatelo, non è così. L’Unione Europea per avere quei soldi dal mercato, di fatto, li prende dal mercato.
E chi li paga quei soldi alla fine?
Abbiate la dignità di ammetterlo: sono gli Stati che pagano quei contributi a fondo perduto, perché non vengono creati magicamente dal nulla (a parte in qualche caso eccezionale).
Ciò che stiamo facendo sono dei piani obbligatori di ripagamento, che pagano appunto gli Stati, cioè noi. Come?
O attraverso le patrimoniali, o tramite aumento di tasse o con tagli alla spesa pubblica, cioè le solite manovre che abbiamo conosciuto nell’arco degli ultimi vent’anni.
“Quale sarebbe l’alternativa“, vi chiederete.
L’alternativa sarebbe la monetizzazione del debito, che si fa tramite una Banca Centrale, lo sapevate? Perché la Banca Centrale è lì per quello, comprare sul debito pubblico degli stati membri, soprattutto in un momento d’emergenza come questo.
Perché non si vuole prendere quella strada?
Perché altrimenti cadrebbe il castello di carte, cioè la gente capirebbe il vero ruolo di una banca centrale: unico soggetto al mondo che crea moneta dal nulla.
Di questa cosa non se ne deve parlare, non si deve sapere come gli altri Stati del mondo risolvono i loro problemi.
Perché si fanno questi tre errori strategici? Semplice, perché la Francia e la Germania vorrebbero spingere il settore automobilistico verde.
Hanno cioè bisogno che venga approvato un nuovo bilancio europeo, soprattutto per Wolksvagen, Peugeot e le altre loro case automobilistiche, quindi sostanzialmente hanno bisogno di un’approvazione del bilancio europeo che preveda aumento di tassazione.
Non stupiamoci quindi, se passeranno i Recovery Funds andremo verso l’economia verde delle auto che piacciono tanto a Germania e Francia. Ci vedremo quindi applicare delle ecotasse di natura europea, allora vedremo se erano davvero soldi a fondo perduto.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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