Avallata la parentesi Stati Generali, si tirano le somme su quanto effettivamente sia stato deciso, ma soprattutto su quanto, in termini pragmatici, ce ne fosse bisogno.
La sola cosa che sembra chiara è che a gran parte degli italiani, l’obiettivo degli Stati Generali non risulta chiaro.
Complice probabilmente la scelta di non invitare la stampa: una resa più chiara e precisa delle tante tematiche trattate a Villa Pamphili avrebbe forse evitato che si parlasse di confusione, quando non di passerelle.
“Non ci sono state passerelle, qui abbiamo lavorato senza risparmiarci, abbiamo incontrato tante componenti della società, ci dà grande forza“, ha tenuto a precisare il premier, i cui promettenti scenari delineati sul prossimo autunno non convincono Marco Antonellis, direttore di Palazzi&Potere per affaritaliani.it.
L’effetto passerella sarebbe secondo il giornalista un effetto inevitabile per la grande mole di promesse del Presidente del Consiglio, effetto di una precisa esigenza politica che potrebbe culminare con un partito a sua immagine e somiglianza.
Ecco l’intervista di Francesco Vergovich a Marco Antonellis.
“Conte vuole i titoli dei giornali, ma non sa più cosa tirare fuori dal cilindro” ► Antonellis
Stati Generali
“E’ andata come doveva andare: una grandissima passerella per il premier, che però dà sempre l’impressione di girare un po’ a vuoto.
L’ultima battuta d’effetto sull’abbassamento dell’Iva è indicativa, è chiaro che vuoi guadagnarti i titoli dei giornali non sapendo più quale coniglio tirar fuori dal cilindro, quindi la verità è che queste iniziative si declinano con dei verbi coniugati al futuro da parte del Premier. Invece molte cose, a cominciare dal decreto semplificazione, dovevano essere fatte, ma continuare con queste kermesse e con queste passerelle denota che non si sta più facendo. Passa esattamente il messaggio contrario: più io dico che farò e che dovrò fare, più è chiaro che non ho fatto.
Poltrona a rischio?
La verità è che il paese attende. L’economia e la società rischiano di esplodere burrascosamente a settembre-ottobre. Comincerà a vedersi anche dalle poche tasse pagate dagli italiani, perché se la gente non lavora riesce a pagare ben poche tasse, quindi dopo l’estate inevitabilmente ci sarà la resa dei conti, con uno spartiacque politico che sarà l’election day, quindi o Conte prende subito dei drastici provvedimenti per rilanciare il Paese, oppure anche la sua poltrona sarà inevitabilmente a rischio.
È sempre colpa della burocrazia
Le lentezze burocratiche erano le prime che dovevano essere gestite. Non è stato fatto con le conseguenze che sono arrivate a cascata, perché non è che la burocrazia dall’oggi al domani si inventa le cose. La burocrazia dà seguito a quelle che sono le disposizioni politiche: se i decreti vengono scritti male, se in emergenza anziché scrivere un decreto semplice tu scrivi “Guerra e Pace”, è chiaro che poi anche la burocrazia non ci capisce più niente.
Scrivi delle norme semplici e vedrai che la burocrazia poi segue.
Il problema è che poi il pesce puzza sempre dalla testa. E’ la politica che deve dare il la a una semplificazione.
Il fatto è che nel momento in cui Conte comincia a pensare alla sua sopravvivenza politica personale perde di vista l’interesse del Paese.
Più Conte tergiversa e aspetta nel portare avanti il famoso piano per il Paese, più ci sarà necessità di un governo, più ci sarà necessità di Conte. Ecco perché Conte temporeggia“.
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