Scriveva Seneca che “la verità, anche se sommersa, viene infine a galla”.
E’ quanto sta accadendo a proposito della vicenda del Covid-19, anche in questi giorni.
Abbiamo già riferito di Alberto Zangrillo, il medico Direttore della terapia intensiva al San Raffaele di Milano, il quale l’altra domenica ha detto testualmente che ormai il virus è “clinicamente morto“.
Vi è stata una presa di posizione infuocata contro di lui da parte non solo di medici, ma anche di giornalisti e politici.
A Zangrillo si affianca Bassetti
Ebbene, ora interviene a dar manforte a Zangrillo Matteo Bassetti, infettivologo e Direttore della clinica di malattie infettive del San Martino di Genova.
Nel corso della trasmissione “L’Aria Che Tira”, Bassetti ha affermato: “Da medico concordo con Zangrillo, chi dice il contrario non ha mai visto i malati“.
Ne dà notizia anche l’Huffington Post, riprendendo la citazione di Bassetti.
I medici contro la narrazione egemonica
La narrazione egemonica continua a ripetere che l’emergenza persiste e che dunque devono persistere le misure emergenziali che fanno leva sul distanziamento sociale e sulla messa tra parentesi di alcune libertà fondamentali, tra cui quella di assembramento (Articolo 17 della Costituzione).
Ebbene, sta prendendo forma una narrazione antagonistica, supportata da medici e specialisti, i quali sono appunto titolati a discutere degli argomenti relativi al virus e lo stanno facendo portando avanti una tesi contrastante quella egemonica.
“Virus, prima una tigre, ora un gatto selvatico”
Il paradosso che affiora rispetto all’ordine del discorso dominante grazie alle tesi controcorrente, contro il mainstream di questi medici, è che in sostanza ci stiamo trovando di fronte ad una situazione in cui vi sono le misure d’emergenza in assenza dell’emergenza, giacché questi medici ci spiegano che tale virus clinicamente è morto, che ha perso la sua potenza, o, come ha detto lo stesso Bassetti sulla sua pagina Facebook, è come se fosse stato precedentemente una tigre e ora fosse un gatto un po’ selvatico.
Il virus come metodo di governo
Da questo punto di vista possiamo dire che la situazione appare problematica nel quadro politico. Sembra davvero che si voglia mantenere a tutti i costi una razionalità politica di tipo emergenziale, basata sul paradigma securitario e sulla rimozione di alcuni diritti e libertà fondamentali, facendo leva sull’emergenza.
Ciò, nonostante le parole di Bassetti e Zangrillo.
In sostanza si sarebbe confermato quel che da tempo dicemmo, ossia il fatto che il virus – che realmente esiste – è stato utilizzato in larga parte anche come metodo di governo, come via verso un autoritarismo che ha permesso un’organizzazione verticistica del capitalismo e una svolta che non esitiamo a definire autoritaria.
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