Così Amazon “indirizza” i lettori: censurato il mio libro sul coronavirus

Con questa pillola mostrerò ai lettori uno degli esempi più concreti di come il sistema dominante imponga il pensiero unico e indirizzi il modo di pensare dei cittadini.
Analizzeremo l’ennesima inaccettabile censura che ho subito, che si riallaccia, se vogliamo, anche a quella subita nelle scorse settimane proprio da Radio Radio con la chiusura del suo canale YouTube.

Stamattina Amazon mi comunica via mail che il mio libro-inchiesta “31 coincidenze sul coronavirus e sulla nuova Guerra Fredda USA-Cina” non può essere messo in vendita sulla loro piattaforma kindle, perché violerebbe le loro linee guida.

Pare che l’algoritmo censuri in automatico i libri che fanno riferimento alla parola “coronavirus” nel titolo.
Ovviamente in fase di revisione i libri non vengono letti. Si sarebbero accorti altrimenti che nella mia inchiesta io pubblico 150 foto tratte solo da fonti ufficiali e che tratto il coronavirus non dal punto di vista sanitario, che non è di mia competenza, ma dal punto di vista giornalistico e geopolitico. Non ci sarebbe quindi alcuna ragione di censurarlo.

E’ per questo che a mio avviso si nascondono dietro al paravento dell’algoritmo che analizzerebbe le parole del titolo.

Ho scoperto però che neanche questo può essere vero. Il libro di Roberto Burioni, nonostante il suo palese e ormai documentato conflitto d’interessi (sappiamo che è in causa con Le Iene, e vedremo come andrà a finire) contiene anch’esso la parola “coronavirus” nel titolo. Sulla piattaforma kindle però è stato accettato.

A quanto pare se il libro è in linea con il pensiero unico e il sistema dominante, non esistono linee guida né algoritmi capaci di intercettarne le parole.
Utilizzano due pesi e due misure, in modo che non circoli mai una versione alternativa per quanto ufficiale, come quella da me proposta.
Non ci può essere contraddittorio su certi temi, né approfondimento giornalistico. Devono decidere loro cosa e chi dobbiamo leggere, e sapete perché? Lo scrivono loro stessi: perché devono indirizzare i lettori.

Stiamo indirizzando i nostri clienti verso fonti ufficiali” scrive Amazon nella mail che mi ha mandato, ma dato che la mia inchiesta contiene 150 fotografie tratte solo da fonti ufficiali, perché l’hanno esclusa?
Verso cosa e verso chi indirizzano i loro clienti?
Senza contare che la parola “indirizzare” nel contesto dell’informazione è orribile, soprattutto se per giustificare una censura di un testo di un iscritto all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti.

Questo non può più essere tollerato in una democrazia. E’ arrivato il momento di una class action contro gli esportatori di dittatura nel nostro paese.
Ho deciso pertanto di agire per vie legali insieme all’avvocato Angelo Pisani. Porteremo questa censura in tribunale per capire quali sono le cause della censura, chi decide quali siano le fonti ufficiali e chi sceglie dove indirizzare i lettori.

La Matrix Europea – La verità dietro i giochi di potere, con Francesco Amodeo


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