Domanda interna distrutta, austerità, Magistratura deviata: non vedete che ci portano verso la strada da evitare?

Vi ho espresso in precedenza l’esigenza di alzare l’inflazione per risolvere diversi problemi: naturalmente ciò ha generato sconcerto, stupore, e anche qualcuno che mi ha dato del pazzo.

La trappola chiamata euro nella quale siamo finiti ci obbliga a due situazioni: se noi alziamo i salari dei lavoratori, crolla la produttività, perché non potendo scaricare – come ai tempi della lira – sul valore della moneta, siamo costretti a fare l’operazione opposta. Siamo cioè obbligati ad abbassare i salari.
Facendo ciò però peggiora la situazione debito/PIL, perché scende la capacità di spesa, così come l’acquisto, la domanda interna e il PIL stesso.

Ora, noi abbiamo scelto la strada dell’austerità, che è l’esatto opposto di ciò che dovremmo fare.
Tagliando pensioni, servizi, spesa pubblica, salari, abbiamo di fatto recuperato una falsa produttività. Il problema vero è che la gente, avendo meno denaro, compra meno.
La domanda interna è distrutta.
Vedo meno gente in pizzeria, meno gente dal macellaio, gente che non ha i soldi per curarsi: l’epoca del coronavirus sulla falsariga di ciò che è già accaduto in Grecia.

Ci avviciniamo ad una situazione nella quale abbiamo una libertà e una democrazia simili a quella cinese. Guardate cosa sta succedendo con i magistrati, che ci accorgiamo essere sempre più una forza non indipendente, ma perfettamente politica, e il Quirinale che fa il Ponzio Pilato di turno dicendo: “Eh, ma non se ne deve mica occupare il Presidente della Repubblica, ma il Parlamento“.

In questa situazione di una democrazia cinese, con un reddito greco noi ci avviamo verso uno scenario terribile.
Dobbiamo fare austerità, sennò importiamo troppo“, dicono.
E’ il modo, questo, di abbassare ulteriormente la domanda interna, facendo il contrario di ciò di cui c’è bisogno: dobbiamo riacquistare la leva monetaria e la leva fiscale che abbiamo ceduto a Bruxelles e a Francoforte.
Dobbiamo portare a casa queste cose per tornare a far crescere il lavoro, dobbiamo, per intenderci, riaffidarci all’Economia Umanistica.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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