La data c’è, le condizioni non ancora. Per la Serie A il giorno della ripartenza ufficiale è fissato per sabato 20 giugno, quando Torino e Parma porranno fine ad un digiuno calcistico che dura ormai da tre mesi. Tuttavia non tutte le tessere del mosaico sono state inserite correttamente.
A far discutere gli organismi dirigenti del calcio italiano è stato il responso emesso ieri dall’assemblea dei club di A. In essa sedici squadre, su un comprensivo di venti, hanno detto sì ad una mozione con la quale vengono bloccati i verdetti di scudetto e retrocessioni se il campionato non verrà portato a termine.
Un’ipotesi, quella della sospensione “sine die”, che non è mai stata archiviata da nessuno, considerata l’imprevedibilità del virus che ci circonda. In merito al “modus operandi” per portare a compimento la Serie A, il presidente del Cagliari Calcio Tommaso Giulini è intervenuto ai nostri microfoni. Ecco le sue parole a “Radio Radio Lo Sport”.
Focus principale: terminare il campionato con i verdetti
“Il punto principale è che questi campionati vanno portati a termine. In particolare la Serie A e la Serie B. Quello che mi lascia ancora molto perplesso è questa situazione legata alle due settimane di quarantena di tutta una squadra qualora fosse trovato un positivo. E’ qualcosa che oggi viene applicato solo in Italia a livello europeo e che ovviamente mette a rischio l’eventuale termine regolare dei campionati.
Credo che quello deve essere il focus principale: terminare il campionato con quelli che saranno i verdetti. Non vedo per quale motivo questi campionati non dovrebbero terminare. L’unico motivo potrebbe essere questa problematica della quarantena”.
Accordo Lega – Televisioni
“Mi auguro che le partite verranno trasmesse regolarmente sia da Sky che da Dazn, come contrattualizzato. E che di conseguenza verranno rispettati gli impegni nei confronti delle squadre, che con zero ricavi dall’inizio di marzo sono in ginocchio”.
Il campionato non terminerà con queste condizioni
“Oggi il punto di partenza è insicuro. Pur non essendo un medico o un virologo, io ritengo assolutamente inadeguato pensare che nel caso di positività tutto un gruppo debba stare in quarantena per due settimane. Questo in sostanza non permette molto probabilmente al campionato di terminare. Spero che il comitato tecnico scientifico si possa convincere di questa cosa.
Fatemi aggiungere anche che in Italia il gruppo squadra allargato, inclusi massaggiatori e magazzinieri, fanno tamponi ogni quattro giorni. Quindi potete immaginare che se noi troviamo un massaggiatore positivo abbiamo la ragionevole certezza che il resto della squadra positivo non lo sia, avendo fatto i tamponi ogni quattro giorni. Comunque qualora lo fosse lo si saprà quattro giorni dopo. Quindi per quale motivo costringere tutta la squadra ad una quarantena di due settimane se facciamo i tamponi ogni quattro giorni”?
Ripartenza con Zenga?
“Ci siamo conosciuti bene perché abbiamo entrambi passato questa quarantena qui in Sardegna. Mi sembra che abbia le idee molto chiare. Questi due mesi gli sono serviti per conoscere ancora meglio la nostra squadra. Quindi credo che riparta anche in una situazione di vantaggio. Credo che abbia tutti i presupposti per fare bene ed ha una rosa a disposizione che, a mio parere, è da prime dieci posizioni”.
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