Per molti studenti italiani oggi è stata ufficialmente l’ultima giornata di una scuola che da alcuni mesi non è più la stessa. L’esperienza della didattica a distanza, subentrata nell’ultimo quadrimestre di lezione, si è rivelata un cerotto servito soltanto a placare l’emorragia educativa presente nel nostro Paese.
In questo senso il coronavirus ha avuto la funzione di evidenziare una precarietà che, in realtà, si trascinava da troppo tempo. Come accaduto nei periodi di ordinaria amministrazione, anche durante questa emergenza il settore dell’istruzione è stato relegato all’ultimo banco.
Ma è possibile rilanciare un Paese senza coltivare il sapere delle generazioni future? Se lo è chiesto oggi il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che in un post su Facebook ha manifestato tutto il suo dissenso. Un pensiero approfondito ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari. Ecco l’intervento di Federico Pizzarotti a “Lavori in Corso”.
La denuncia di Pizzarotti ► “Possibile si sia dato più spazio ad Alitalia che alle scuole?”
“E’ stato uno dei temi troppo a lungo trascurati. Il Governo è sicuramente in ritardo. Non è una critica, ma una constatazione. Noi sindaci oggi, a valle di quello che è uscito come regole per settembre, stiamo provando a trovare spazi senza avere delle regole emergenziali. Da una parte si è provata a dare una regola, dall’altra non si sono dati gli strumenti ai sindaci.
Secondo: chi lo spiega ai genitori se una parte della classe la metti in aula, mentre l’altra parte la metti nel corridoio. Diventa una discriminazione.
Tema risorse: possibile che a queste misure necessarie, un miliardo e mezzo circa, si sia dato meno rispetto ad altre cose come Alitalia? Sono anni che diciamo che serve assumere personale nuovo, serve formare, serve avere strutture. Servono risorse e misure straordinarie. Non serve parlare di distanziamento sociale.
Serve lavorare, come hanno fatto altri Paesi, su controllo preventivo, igienizzazione, prevenzione. Ma il fatto di distanziarsi sarà impercorribile. Il tema è come prevenire i focolai, non può essere il distanziamento.
La scuola è un fattore di crescita obbligatorio su cui serve investire”.
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