Non è un caso che Zenga lo tolga dopo che grazie al suo gol il Cagliari ha messo – temporaneamente – il risultato in ghiaccio; non è casuale, contestualmente, che il Cagliari diventi meno fluido nella manovra e meno autorevole nell’imporla, quando lui esce.
Nel frattempo, aveva riempito di sé la partita contro il Torino: per corsa, presidio costante del pressing, apporto di lucidità alla circolazione di palla.
La sua segnatura è, poi, un compendio delle sue doti e delle caratteristiche che da anni il campionato italiano apprezza e si gode: la progressione, condotta col destro; l’autorevolezza con cui ha deciso di ricavarsi il corridoio per la conclusione; infine il sinistro a pelo d’erba, a incrociare, che oltre a battere Sirigu aveva colto in controtempo l’intera linea difensiva dei granata.
Non stupisce una prestazione del genere, per Radja Nainggolan: stupisce il fatto che qualcuno non lo considerasse più in grado di fornirla.
Paolo Marcacci
LEGGI ANCHE:
- Noia generale: Juventus-Lecce partitella da amichevole di ferragosto
- Dzeko è un leader!
- Lazio, tanti rimpianti: ma Strakosha può prendere un gol in quel modo?