Roma, bruci a San Siro

I trentadue gradi di temperatura uniti al tasso di umidità degno di una foresta pluviale; il terreno di gioco abbondantemente innaffiato, anche per far sì che tutti i famigerati zanzaroni dell’Idroscalo si presentassero al Meazza, senza nemmeno dover richiedere l’accredito.  

Del resto sia Pioli che Fonseca nelle dichiarazioni della vigilia si erano soffermati sull’impatto delle temperature e dell’afa sull’agonismo e sul dinamismo di Milan – Roma. 

Fonseca cambia le corsie esterne rispetto alla gara con la Sampdoria e al riposo di Peres e Kolarov corrisponde la titolarità di Zappacosta e Spinazzola. Bene entrambi, nel primo tempo, per spinta e assistenza alla manovra, più essenziale ed efficace oggi, con la coppia Cristante – Veretout e senza il disorientato Diawara dell’altra sera. Il Milan è quello che tutti si aspettavano, per quanto attiene alla formazione; per l’atteggiamento, appare invece confusionario e schiacciato, nel primo tempo: merito del pressing alto e della circolazione di palla nitida e poco leziosa dei giallorossi. L’occupazione sistematica della trequarti milanista da parte di Pellegrini e compagni dovrebbe, però, tradursi in molte più occasioni da rete, a parte il colpo di testa di Dzeko che sibila vicino al palo.

Milan più organizzato e manovriero nel secondo tempo, quando Pioli chiama anche Paquetá a far parte della contesa. Batti e ribatti, errori, sostituzioni importanti (su tutte quella di Dzeko con Kalinic, col bosniaco che esce senza nascondere il malumore). 

Nel momento in cui il secondo tempo si fa stagnante e particolarmente confusionario, l’errore marchiano di Zappacosta produce l’azione rocambolesca che porta al vantaggio rossonero firmato da Rebic. È il momento in cui la Champions diventa un lumicino appena percepibile in lontananza. 

Il raddoppio milanista arriva grazie a un’altra cervellotica scelta in alleggerimento, con Diawara – entrato nel frattempo – che a ridosso dell’area mette Smalling in condizione di non poter evitare il fallo su Theo Hernandez. Rigore di Calhanoglu, inesorabile.Onestamente, la Roma era sparita, a cominciare dai nomi importanti, quando aveva incassato il primo gol. 
Ora da parte giallorossa bisogna sperare nell’Udinese di stasera e, soprattutto, ricostruire il morale per dare ancora senso a una stagione così anomala. 

Paolo Marcacci