“Modello Lombardia? Per 25 anni ci hanno venduto una falsa eccellenza” ► Fusco (Comitato Noi Denunceremo)

E’ indubbio che qualcosa nel cosiddetto “modello Lombardia” non abbia funzionato nella difesa dal Coronavirus. Basta guardare i dati ufficiali per rendersi conto che seimila morti nella sola Bergamo, sedici mila in tutta la regione, fanno eco rispetto ai numeri del resto del Paese.

Mentre le scene di quei giorni martoriati tra marzo e aprile sono già storia, qualcuno è impegnato a coltivare la verità di chi non è riuscito a superare questa battaglia. Come il Comitato “Noi Denunceremo”, un’organizzazione che il presidente Luca Sebastiano Fusco definisce “apolitica, per la tutela dei cittadini”.

Quali sono i punti denunciati? Luca Fusco è stato intervistato da Stefano Molinari e Luigia Luciani. Ecco il suo parere.

La sanità lombarda non era un’eccellenza

Dire che non c’è stata compartecipazione delle strutture sanitarie sarebbe dire una bestialità. Nel senso che noi lombardi ci siamo accorti che l’eccellenza che ci hanno venduto negli ultimi venticinque anni non era assolutamente un’eccellenza. Ha incontrato un’emergenza ed è completamente saltata.

Il sistema sanitario, destinato al privato e poco al pubblico, è collassato appena un’emergenza è stata volta al pubblico. Non avevamo medici di base, non avevamo piani pandemici, non avevamo un’organizzazione sanitaria. Insomma un disastro, una Caporetto.

Il dramma è che avevamo una regione confinante come il Veneto che, a parità di contagi in rapporto alla popolazione, ne è uscita brillantemente. Mentre noi ne siamo usciti con seimila morti in provincia di Bergamo e sedici mila nell’intera Lombardia. E questi dati non sono assolutamente veritieri perché tengono conto soltanto dei morti ai quali è stato fatto il tampone. C’è un sommerso di morti che probabilmente riusciremo a verificare nei prossimi cinque anni”.

Chi pagherà per la mancata zona rossa di Alzano e Nembro?

Io ho una convinzione intima: il lockdown italiano nasce da una mancata zona rossa di Alzano e Nembro. Perché nel momento in cui noi avessimo circoscritto, come Codogno o come Vo’ Euganeo, la zona rossa ad Alzano e Nembro avrebbe abbassato in maniera stratosferica i contagi. Non avremmo avuto bisogno di fermare l’Italia.

Chi pagherà questo problema creato? Chi pagherà per chi doveva vigilare e non l’ha fatto? Siamo stati messi in una condizione folle per mancate decisioni. Io cittadino potevo non sapere cosa fosse questa epidemia, ma i vertici dovevano sapere. E dovevano proteggerci.

La Regione doveva intervenire e la Regione non è intervenuta. Tutti i giorni Fontana e Gallera facevano i collegamenti dicendo: oggi solo 50 morti, domani…veramente una roba devastante”.


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