Un improvviso ritorno al Medioevo in Umbria. La Presidente della giunta umbra ha eliminato la possibilità dell’aborto farmacologico che permette alle donne, che in genere non lo desiderano affatto ma lo subiscono per qualche ragione che però può dipendere soltanto da loro, di poter abortire con un day hospital e senza la traumatica ospedalizzazione di tre giorni che ci vuole e che rende tutto più lungo, più sofferente e doloroso per la donna stessa.
C’è un sistema per garantire un diritto, che è legge per il nostro paese. Perché dobbiamo scegliere la via più complicata? Soprattutto perché dobbiamo imporre alle donne che hanno questa intenzione di farlo nella maniera più difficile? Sull’aborto la questione è molto semplice. Chi non vuole, per ragioni personali, religiose, private, politiche, semplicemente non lo fa se anche si dovesse trovare in determinate situazioni. Ma chi invece vuole, visto che ciò è garantito dalla legge, dovrebbe essere libera di farlo. Questo dovrebbe prescindere dalla condizione al contorno.
Quando invece vediamo che la maggior parte degli ospedali ormai si rifiuta di fornire questo servizio. Per cui diventa un calvario per la donna, che già sofferente e addolorata, si trova costretta ad abortire in condizioni praticamente non come quelle che dovrebbero essere garantite dalla legge.
L’obiezione di coscienza del medico, negli ospedali, dovrebbe essere consentita fino ad un certo punto. Perché poi da un altro punto in poi si lede il diritto che la legge garantisce alle donne. E’ come se un medico decidesse di non curare, non può farlo e non potrebbe fare nemmeno questa cosa qui.
Ma sembra che ci siano parecchi segnali di questi ritorni al Medioevo. Sono già stati molto chiari in Italia, l’ostentazione dei rosari o delle Bibbie negli Stati Uniti, e infine questo tentativo di ledere i diritti civili conquistati dopo tanti anni di battaglie soprattutto da parte dei radicali in Italia. Speriamo che ci si possa ravvedere.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
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