Stanare l’evasione fiscale: come fare, se non tracciando i pagamenti?

Si discute molto se abolire il contante del tutto per permettere alle transazioni di essere tracciate e dunque in buona sostanza di eliminare l’evasione fiscale. Naturalmente si potrebbe raggiungere questo scopo facendo in modo che tutti paghino le tasse ma questo, evidentemente, nel nostro Paese non è possibile perché l’evasione fiscale viene considerata per cifre complessive molto variabili, ma comunque spaventose. Si arriva oltre a 200 miliardi di euro.

Ci sono diversi modi per calcolarlo e quindi non possiamo esserne certi, ma sono più o meno gli stessi valori, fatta una debita tara, di quello che c’era prima degli anni duemila. Cioè in Italia le tasse si sono sempre evase in realtà. Dunque a poco serve, per cercare di controllare l’evasione, tassare i grossi gruppi come Amazon o Google che vanno senz’altro tassati. Io sono uno di quelli favorevoli al fatto che anche loro paghino le tasse, ma non sono l’unico problema da noi. Cioè da noi per eliminare l’evasione fiscale come si dovrebbe fare se non tracciando tutti i pagamenti?
Ecco questo non si riesce proprio a capire.

C’è naturalmente chi ha paura del fatto che tutti i denari trasformati in carta siano facilmente manipolabili da altri che potrebbero anche immobilizzarteli o prelevarteli. Ma questo è già successo pure con i conti in banca al tempo del Governo Amato, dove la diffusione delle carte di credito non era evidentemente così forte e vasta come oggi.
Io non so se questo metodo sia giusto, ma ricordo che quando ero giovane a Parigi mentre mi affannavo a pagare in contanti e da poco avevo avuto la carta di credito e la usavo con parsimonia, tutti quanti gli studenti di dottorato francesi avevano blocchetti di assegni da 20 o 50 pezzi, mentre da noi erano soltanto 10, e con quelli pagavano qualsiasi cosa.

Pagamenti tracciati senza la carta di credito. Cioè a dire che se vogliamo trovare un modo per tracciare le transazioni, perché sappiamo che è lì che si annida l’evasione fiscale di un certo cabotaggio, dobbiamo comunque tracciare i pagamenti. Poi c’è la grossa evasione fiscale, io quella non la discuto, va perseguita e poi ci sono quelli che al fisco non esistono proprio.
Ma insomma, su che cosa dobbiamo contare se non soltanto sull’onestà dei cittadini? Perché questa evidentemente non basta, altrimenti non avremmo quelle cifre di evasione fiscale. Dovremo controllare di più forse, e una delle maniere per controllare è quella di tracciare i pagamenti.

A Napoli, un paio di giorni fa, un cliente si è visto addebitare 50 centesimi per il taglio della sfogliatella. Ecco, questo ci fa pensare che la logica della bottega sia sempre quella. Massimizzare il profitto, e poco importa se a rimetterci è sempre il cliente.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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