Tutta la verità sul Recovery Fund: vi dimostro che è sempre il solito Mes

La vicenda tragica del covid-19 potrebbe essere letta anche mediante il ricorso alla letteratura. Se l’autocertificazione pare essere una pratica dei romanzi di Kafka, il contegno del Governo giallofucsia e del suo massimo rappresentante, il Presidente del Consiglio il Vis-Conte dimezzato, pare invece potersi ricondurre alla narrativa di Pirandello segnatamente alle maschere pirandelliane: ‘Uno, nessuno e centomila’.

Anche il Governo Conte si è rivelato dalle molteplici maschere dicendo prima di essere contrarissimo al Mes, poi rivelandosi aperto al Mes, infine approvando come vittoria il Recovery Fund. In realtà si scrive Recovery Fund ma si legge Mes.

Lo lascia trapelare tra gli altri l’Huffingon Post, che titola ‘Recovery Fund, rischio riforme pro-austerity per ottenere i miliardi Ue‘. Le risorse, si spiega nell’articolo, saranno legate alle raccomandazioni UE. Quelle del 2019 per l’Italia includono tagli alla spesa pubblica, aggiustamenti strutturali e meno agevolazioni fiscali.

Insomma, è chiaro come il sole: l’Unione Europea ci presta dei danari con un debito nel quale rischiamo di essere catturati. Non soltanto ci indebitiamo, ma dipendiamo dal nostro creditore che deciderà come dobbiamo utilizzare quei danari.

Tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, liberalizzazioni, il solito gruppo di ricette neoliberiste.

Si scrive Recovery Fund ma si legge Mes, prova ne è il fatto che il Mes priva lo Stato che ricorre al Mes non solo della propria sovranità monetaria, già destrutturata con il Trattato di Maastricht, ma lo priva altresì della sovranità politca.

Altro che vittoria, vi sarebbe di che piangere se non prevalesse il riso amaro.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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