A tu per tu con una star dei social: Gianluca Vacchi. Conosciuto in tutto il mondo per le sue avventure, perfetto mix di stile e spregiudicatezza tutto documentato con gli immancabili video sul suo profilo Instagram, l’influencer racconta ai nostri microfoni passato, presente e futuro della sua vita spericolata.
Ripercorre la sua fase giovanile caratterizzata dalla passione per gli sci e quella confessione da rivelare a voce bassa per non far storcere il naso ai cultori del passato: “Da giovane ero più forte di Alberto Tomba“. Riguardo al presente svela la sua condizione fisica dopo il passaggio al veganesimo e il suo stato d’animo in attesa di abbracciare il suo primogenito.
Ad ospitare le narrazioni di Gianluca Vacchi, presenti in studio Enrico Camelio e Francesco Di Giovambattista.
Ecco l’intervista a Gianluca Vacchi a “Food Sport”.
Passaggio al veganesimo
“Ho cominciato 6 mesi fa, quanto basta per essere al punto di non ritorno. Non sono un’estremista, né un’assolutista, però penso che nella misura in cui uno si vuole bene deve provare a nutrirsi nel modo migliore possibile. Mi trovo meglio e mi sento molto più leggero. Sono più scattante, probabilmente ho anche le arterie più pulite”.
Aspettando Vacchi Junior
“Ho avuto la fortuna di conoscere una donna d’altri tempi, con la quale ho scelto razionalmente di voler fare un figlio. Ho fatto di tutto nella mia vita, ho 52 anni, era ora”.
Più forte di Alberto Tomba?
“E’ la verità. Fino ad un certo punto è stato così. In età giovanile io ero più forte di Alberto Tomba. Alberto è pure un mio caro amico. Ho passato moltissimo tempo con lui. Era molto divertente, si è meritato tutto quello che ha fatto. Dieci anni al vertice”.
La pandemia
“Io ho vissuto la pandemia con una grandissima apprensione, con grande preoccupazione e tristezza perché è stata una catastrofe. Questa cosa avrà strascichi incredibili che però esistevano anche prima. Perché io faccio un po’ fatica ad affrontare tutti gli argomenti con buonismo. C’erano tante aziende che avevano già delle problematiche che il Covid ha fatto esplodere. Si dovrebbe investire più tempo in qualche progetto o strategia piuttosto che sulla critica. Certamente c’è una responsabilità da parte di chi ha governato perché, probabilmente, il flusso di denaro assistenzialista non è arrivato nella misura e nei tempi nei quali era stato promesso. Le critiche sono giuste fino a un certo punto. Ce la si prende sempre con i governanti però in realtà si dovrebbe pensare che se l’Italia è in una situazione dove ci sono poche risorse e tante problematiche è perché ci sono stati 30 anni di inefficienza gestionale politica“.
Gestione della cosa pubblica
“Io sono un soggetto apolitico. Ma credo che bisognerebbe investire un po’ più sul futuro rispetto alla critica attuale. Certo, in questo c’è una responsabilità da parte di chi ha governato. Il flusso di denaro assistenzialista non è arrivato nella misura e nei tempi che erano state promesse.
La mia compagna è cittadina americana: dopo 15 giorni dall’inizio del lockdown lei e la sua famiglia hanno ricevuto 1200 dollari a testa, immediatamente. A noi va in crash il sito dell’Inps, quella è l’unica cosa sbagliata.
Ci vuole molta onestà intellettuale nell’analizzare questa vicenda. Io sono critico sull’approccio iniziale perché si poteva sapere prima che questo virus stava arrivando. Non ho niente da dire sulla gestione del lockdown perché qualsiasi Governo colto in questo modo avrebbe gestito così. Se noi non avessimo fatto il lockdown probabilmente avremmo portato al collasso il sistema ospedaliero. Adesso un grande tema è quello del Recovery Fund, cioè i soldi che l’Europa ha promesso ad ogni singolo paese. Perché questi soldi si porteranno dietro delle richieste di efficienza e di rispetto di parametri che però è ora che noi cominciamo a rispettare”.
L’amore per la Sardegna
“La Sardegna per me è un pezzo di vita. Bisogna rendere più facile l’accesso all’isola. Bisogna anche cercare di rendere più snelle tutte le procedure volte a creare strutture ricettive, non solo nel senso alberghiero del termine. L’altro grande tema, in tutta Italia, è quello dello snellimento burocratico. In un posto che ha successo dal punto di vista turistico devono coesistere diverse tipologie di turisti al tempo stesso. Debbono esistere posti dove c’è coesistenza di classi sociali”.
Pierluigi Lantieri
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