Anche al povero George Floyd verrebbe da sorridere, ne siamo convinti, di fronte a prese di posizione che servono a lavare la coscienza di quell’America che se la sente sporca e che, soprattutto, dopo decenni di battaglie in nome dei diritti civili mostra di non aver compreso ancora quali debbano essere le strategie realmente efficaci, quali i veri obiettivi da raggiungere.
Quindi adesso il problema sono – sarebbero – i contenuti razzisti di “Via col vento”, pellicola per la quale la HBO Max ha sospeso la distribuzione in streaming. Come se una pellicola ambientata negli Stati Uniti al tempo della Guerra di secessione, per di più in una piantagione della Georgia, potesse non avere contenuti razzisti, o riprodurre la discriminazione nei confronti degli afroamericani.
Però adesso che facciamo, passiamo al setaccio tutta la filmografia mondiale, le fiction, le serie degli anni settanta e ottanta, per individuare col lanternino di una censura perbenista ogni battuta o ogni riferimento potenzialmente discriminatorio? Andiamo a riascoltare tutte le battute che lo stesso Arnold e suo fratello Willys facevano su loro stessi e su Harlem? Oppure tagliamo ogni fotogramma di ogni commedia scollacciata d’inizio anni ottanta in cui Lino Banfi o chi per lui fanno riferimento con invidia alle “misure” dei neri?
E poi, se proprio dobbiamo ragionare (mai verbo fu più improprio) con rigidità, che non è mai un paradigma di buon senso, perché dovremmo censurare solo il razzismo verso i neri? Che facciamo, togliamo dal mercato anche tutti quei capolavori come “Il Padrino” o “Quei bravi ragazzi” perché gli italoamericano sono tutti ritratti come criminali mangiaspaghetti vestiti con abiti sgargianti a passeggio per Brooklyn? O le battute di Woody Allen sul modo di ragionare degli ebrei come lui?
La verità è che mosse come quella della HBO non aiutano in nulla la lotta per l’abbattimento di ogni discriminazione e, paradossalmente, con il loro perbenismo da macchietta forniscono qualche argomento di polemica proprio ai razzisti, quelli dichiarati e quelli più ipocriti che si nascondono, forse i più numerosi.
Questo articolo, tra l’altro, lo dedichiamo alla memoria di Hattie McDaniel, l’attrice nera che interpretava la leggendaria Mami, la balia di Rossella in “Via col vento”: primo Premio Oscar vinto da una interprete di origine afroamericana. Quella fu una conquista reale, in un ambiente dominato dalle logiche e dai soldi dei bianchi come era quello di Hollywood nella prima metà del secolo scorso.
Paolo Marcacci
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