Vita da giornaliste sportive ► Mikaela Calcagno, Giorgia Ferrajolo, Francesca Sanipoli e l’arte di fare domande

Un venerdì pomeriggio all’insegna dei volti e delle voci femminili del giornalismo sportivo, quello di Radio Radio: Mikaela Calcagno, Giorgia Ferrajolo e Francesca Sanipoli si sono raccontate ai nostri microfoni.

Perennemente aperto è il dibattito sul poco spazio riservato alle donne nel complesso mondo dei mass media. Per molti questo ambito professionale rimane ancora oggi troppo maschile, specialmente per quel che riguarda lo sport.

A ‘Food Sport’ Luigia Luciani, Enrico Camelio ed il Direttore Ilario Di Giovambattista hanno coinvolto le tre ospiti in una ampio dibattito sul tema. Occasione giusta anche per comprendere come Mikaela, Giorgia e Francesca abbiano trascorso questo particolare periodo di lockdown imposto in seguito all’emergenza sanitaria del Covid-19, senza tralasciare alcun aspetto sulla strettissima attualità del calcio italiano, con il ritorno della Coppa Italia e del campionato di Serie A dopo oltre 90 giorni di assenza forzata. Ecco com’è andata.

Vita da giornaliste sportive ► Mikaela Calcagno, Giorgia Ferrajolo, Francesca Sanipoli e l’arte di fare domande

Mikaela Calcagno

Ora sono a Tgcom24 dopo una vita di sport. A volte cambiano un po’ le linee, io sono molto schietta, e spesso non si è d’accordo. A me piaceva fare le domande che andavano fatte. Evidentemente qualcuno non ha apprezzato ed io ho fatto lo sport fino a quando ho potuto fare il mio lavoro come lo intendo io. Visto che non era più possibile, ho preferito cambiare.

Io sono rientrata dalla maternità praticamente quando è iniziata la quarantena. Quando tutti stavano in casa io ho cominciato a uscire. Per qualche tempo sono stata a casa con la mia bambina e poi sono tornata a lavoro. Con mio marito si sono invertiti i ruoli. Lui non ha potuto viaggiare e quindi è rimasto più a casa”.

Giorgia Ferrajolo

Adesso per me è un’altra vita. Sempre da giornalista ma ora ho più responsabilità. Sono una piccola imprenditrice. Con Women Times stiamo crescendo, però mi è cambiata la vita. Prima ero una dipendente e adesso ho tutto sulle spalle.

Noi eravamo delle giornaliste d’assalto e che non avevano paura di fare la fatidica domanda o comunque di dire, sempre nel rispetto di tutti, quello che pensavamo. Oggi abbiamo un altro tipo di giornaliste, almeno nell’ambiente sportivo. Molto carine, molto dolci ma forse poco giornaliste.

Io in questo periodo non ho fatto vedere ai miei tre figli i nonni e siamo stati bravi. Perché non potevamo immaginare. Io prendevo un po’ in giro mio padre che diceva di evitare gli incontri per il virus, invece poi è stato un buon profeta. Ci siamo barricati in casa come tutti. Ho provato a spiegare ai miei tre figli che non potevano più uscire e dovevano sempre lavarsi le mani e che c’era questo virus. Ma loro si abituano, siamo noi adulti che non ci abituiamo alle difficoltà o ai cambiamenti radicali”.

Francesca Sanipoli

Se sono arrivata in Rai devo tutto a Gianfranco De Laurentiis. Ero andata via dal Messaggero dopo dodici anni e stavo facendo una sostituzione estiva al Radiocorriere. Chiamai per delle informazioni e Gianfranco mi disse: ‘Ma tu che stai a fare al Radiocorriere? A settembre saresti libera? Io sono diventato capo del tg2 sport e ho bisogno di una persona come te per Dribbling. Un grande maestro è stato anche Maurizio Vallone.

Io ho la caratteristica di fare le domande. Ho passato tanti guai per questo motivo. 7 anni di accantonamento e di mobbing perché facevo le domande scomode. E’ successo anche a Maurizio Pistocchi, da quanto so io. A me è successo una sola volta nella vita che un campo, un direttore, un superiore mi abbia messo in castigo perché ero stata brava. Io ho scoperto quello mi stava succedendo grazie alle intercettazioni di ‘Calciopoli’. Io ho avuto tutti uomini straordinari come capi. E’ successo solo in quell’occasione.

Quando sono in ferie non leggo i giornali. Abbiamo una barca a vela e, dato che l’anno scorso Sergio mio marito è stato operato ad una spalla e non abbiamo potuto usarla, quest’anno l’abbiamo rimessa in acqua. Speriamo nei prossimi giorni di fare qualche giro.

Io spero tanto che lo scudetto lo vinca la Lazio perché se lo meriterebbe veramente. Simone Inzaghi secondo me, non lo dico da oggi, è una persona deliziosa ed è un bravissimo allenatore. Per la Champions, se rimaniamo come eravamo rimasti, l’Atalanta degli ultimi anni e di quest’anno in particolare è stata impressionante. Anche perché la Roma in questo periodo è molto incasinata”.

Pierluigi Lantieri


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