Capo del campo Rom risponde a Salvini ► “Ha avuto paura ad entrare dentro, lo avremmo accolto con ospitalità”

Garantire i diritti chiedendo in cambio il rispetto delle regole. Verificare uno per uno i minori che ci sono all’interno dei campi e la loro frequenza scolastica. Togliere la patria potestà ai genitori che non mandano i figli a scuola”. Questa la ricetta espressa da Matteo Salvini nel giorno della sua visita al campo Rom di via Candoni, Roma.

Il leader leghista non ha esitato a rivolgere critiche all’amministrazione a trazione 5 Stelle guidata da Virginia Raggi. In funzione della corsa al Campidoglio, che si concluderà l’anno prossimo con le elezioni amministrative di Roma, Salvini ha incontrato oggi lavoratori e residenti di quell’angolo capitolino.

Ma c’è chi come Bambolao Ion, referente del campo Rom di via Candoni, non vuole stare dalla parte del torto. Intervenuto ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari, Bambolao Ion esprime la sua versione dei fatti sulle voci che adombrano le attività svolta nell’area visitata oggi da Salvini: “C’è un campetto vicino al nostro dove vivono 6-7 famiglie bosniaci che fanno un sacco di cose cattive: rubano motorini e batterie, danno a fuoco autobus”

Rovinano la nostra immagine – aggiunge Ion – noi qualche anno fa siamo stati definiti il campo Rom migliore di Roma, specchio dell’Italia. E questo lo sanno tutti i politici. I bosniaci hanno rovinato tutto. E non posso denunciarli, rischierei la vita mia e della mia famiglia. Dobbiamo seguire le leggi”.


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