CASO VANNINI ► “Una follia che dura due ore? Non è follia. C’è qualcosa che non sappiamo”

Partito il processo bis per l’omicidio di Marco Vannini, iniziato oggi in corte d’Appello dopo la decisione della Corte di Cassazione di annullare la sentenza del gennaio 2019. Ancora tanti i passaggi oscuri sulla vicenda di casa Ciontoli, caso che ha acquisito una nuova sfumatura da quando un team di esperti è riuscito a decifrare le ultime parole del giovane ventenne durante la telefonata al 118: “Mi fa male, ti prego basta”.

Luigia Luciani e Stefano Molinari ne hanno parlato con il giornalista Mauro Valentini, scrittore che ha prestato la propria penna a Marina Conte, madre di Marco Vannini, per la pubblicazione del libro “Mio figlio Marco. La verità sul caso Vannini”. Ecco cosa ha detto in diretta a ‘Lavori in corso’.

CASO VANNINI ► “Una follia che dura due ore? Non è follia. C’è qualcosa che non sappiamo”

“Fatti che non hanno logica. Cinque adulti con sei telefoni in mano che decidono di non chiamare i soccorsi o di chiamarli in quel modo così posticcio e anche offensivo dopo due ore… Allora forse una logica c’è, ma nelle loro menti. O forse noi non sappiamo quello che loro cinque sanno.

Un’azione che dura due ore, due ore sono una lunghezza enorme. O dobbiamo ritenere una follia che dura due ore, che non è un attimo di follia, oppure c’è un motivo che noi non sappiamo. Ma a questo punto della storia non è neanche importante sapere il perché, è importante che una giuria punisca nella maniera più equa possibile i protagonisti di questa storia che è allucinante sotto tutti i punti di vista.

Il gesto nel caso di Marco diventa addirittura secondario. Il colpo di pistola diventa un sottoprodotto di un’azione che dura due ore che è incredibile. Nonostante quelle urla non si fa nulla? Le perizie dicono che Marco si poteva salvare anche dopo la seconda telefonata. Un caso unico, non si riesce a trovare nemmeno una similitudine nella storia giudiziaria italiana”.


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