Il Comitato Tecnico Scientifico – consulente del Governo – ha imposto una linea politica che ha portato alla restrizione di diritti e libertà fondamentali per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Un altro gruppo di scienziati, con pari titoli e autorevolezza, ha però lungamente sostenuto tesi contrarie a quelle del Comitato senza essere ascoltato.
A più di quattro mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria, arriva adesso il momento di interrogarsi sulla bontà delle decisioni e dei provvedimenti che sono stati adottati. Sono state fatte le scelte giuste? Le previsioni sulla base delle quali ha agito il Governo si sono rivelate vere?
Totalmente in disaccordo con la linea adottata dal Comitato Tecnico Scientifico e dal Governo è il magistrato Angelo Giorgianni. A suo avviso, se si fosse dato ascolto anche agli altri scienziati – quelli considerati “eretici” – si sarebbero potute evitare tanti sbagli e provvedimenti potenzialmente illegittimi.
Ecco l’intervista a ‘Un Giorno Speciale’ in compagnia di Francesco Vergovich e Fabio Duranti.
“Delle verità sono state nascoste, quelle della scienza eretica, che avrebbero potuto salvare delle vite umane. Il Comitato Tecnico Scientifico, che ha instaurato in Italia una scientocrazia perché la politica è stata commissariata, ha affermato alcune verità che i fatti hanno dimostrato non essere fondate. Su quelle verità sono state costruite terapie sbagliate, diagnosi sbagliate con effetti devastanti.
I fatti ci hanno dato ragione: ci sono delle misure che non sono giustificate, il CTS ha toppato, i modelli matematici hanno toppato.
Adesso le autorità giudiziarie dovranno accertare se è vero che quei provvedimenti sono illegittimi, se le persone che li hanno prorogati avessero la consapevolezza dell’illegittimità e se ci sono quindi delle violazioni che hanno penale rilevante. Non possiamo di fronte allo Stato restare supini per violazioni che continuano a essere macroscopicamente sotto gli occhi di tutti. Qualcuno deve rispondere di queste gravi violazioni dei diritti fondamentali.
Pensiamo che si sia recitato un copione, che ci sia un progetto unico internazionale: una scienza sensibile alle regole del mercato, sensibile ai potentati economici e finanziari, quella vigente all’interno dell’Organizzazione Mondiale dove per un partenariato pubblico-privato le case farmaceutiche sono i padroni”.
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