Ciao Scudetto, anche per l’Inter è Fatal Verona

La “Fatal Verona” colpisce anche l’altra squadra di Milano, l’Inter. Quell’epiteto “fatale”, coniato su misura per i flagelli che l’Hellas infliggeva al Milan di una volta, può essere trasportato al calcio estivo del 2020 e rivolto alla partita di questa sera.

Chiamata al riscatto dopo la sberla subita in casa dal Bologna, i nerazzurri portano a Milano il pareggio e dimenticano tutto il resto: aggressività, continuità, mentalità. Tutte doti appartenenti al tecnico pugliese, ma non ancora alla squadra che allena.

Pronti, via ed è subito vantaggio Hellas con Lazovic che dopo due minuti s’imbuca indisturbato nella difesa interista confermando tutte le lacune emerse dai nerazzurri in questo calcio estivo. E l’Hellas non perdona. Ad ogni azione dà la sensazione di poter arrivare in porta. Molto spesso è così. Complice una difesa interista lontana parente della stagione pre-lockdown.

Nel primo tempo le squadre sembrano compiere un’inversione di ruoli. Il Verona gioca come una squadra ambiziosa da quarto posto. L’inter come una squadra mediocre da nono posto. Quest’ultima esprime un calcio provinciale in un campo di provincia: ritmo lento, passaggi prevedibili, lanci lunghi, occasioni create da calci piazzati e da quei giocatori che possono fare goal da soli (vedi Lukaku e, se vuole, Sanchez).

Dopo aver subito per 45 minuti l’Inter, pazza per definizione, ribalta la partita in nove minuti. Prima i milanesi replicano gli scaligeri e pareggiano i conti all’inizio dei secondi 45 minuti: gran giocata di Lukaku che prende il tempo a tutti in area di rigore, si gira, prende il palo e la palla finisce sui piedi di Candreva, che non sbaglia il tap-in del pareggio.

Poi lo stesso Candreva dalla stessa mattonella dell’1-1 tenta un passaggio che Dimarco, ex della partita, devia battendo Silvestri per l’1-2 interista. E’ un’altra Inter, quella del secondo tempo, che conseguentemente al vantaggio trova più sicurezza e consapevolezza nei propri mezzi. Tra i piedi degli uomini di Conte la palla scorre rapida e gli avversari, già provati dalla strenua resistenza del primo tempo, sono costretti a correre e rincorrere.

Purtroppo di fronte a sé, la squadra di Conte trova undici giocatori ben messi in campo dall’ottimo Juric. Una formazione solida e compatta, plasmata dall’allenatore a sua immagine e somiglianza. Lo dimostra il pareggio agguantato nei minuti finali, che blocca l’Inter al quarto posto, sorpassata dall’Atalanta, e conferma un Hellas Verona che fiuta l’Europa.