“Ho una lista di persone da sottoporre a questa Commissione che hanno osato contraddire i principi qui esposti, in maniera così limpida, dal Presidente del Consiglio. Inizierei a sottoporre alla Commissione le parole della Presidente della Consulta, Marta Cartabia, nella relazione sull’attività della Corte, quando afferma: “Nella Carta costituzionale non si rinvengono clausole di sospensione dei diritti fondamentali da attivarsi nei tempi eccezionali, né previsioni che, in tempi di crisi, consentano alterazioni nell’assetto dei poteri”. Forse si è sbagliata. In ordine alla stessa posizione, abbiamo l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che ha ammonito che: “Danneggiare i diritti (…) può causare danni incalcolabili (…). Tuttavia, se lo Stato di diritto non è rispettato, l’emergenza sanitaria può diventare una catastrofe per i diritti umani, i cui effetti dannosi supereranno alla lunga la pandemia stessa. I Governi non dovrebbero usare i poteri di emergenza come arma per mettere a tacere l’opposizione, controllare la popolazione o rimanere al potere”.
Abbiamo sentito, quindi, il Presidente della Consulta e l’Alto commissario per i diritti umani; possiamo, però, sentire ora, sempre tra i titolari di fake news, l’illustre virologo Guido Silvestri, docente in America, ad Atlanta, che dice: “Solo dei completi imbecilli o dei fascisti del pensiero possono pensare che sia giusto e onesto costringere i nostri giovani a non socializzare”. E l’illustre epidemiologo, candidato per il PD in Puglia, Lopalco, dice: “Quello che osserviamo ora in molte regioni italiane rispetto all’epidemia COVID è che l’attività locale del virus si è praticamente spenta”. Ma quanti bugiardi. E Matteo Bassetti addirittura osa, perfino, contraddire il patto trasversale per la scienza: “Nei nostri ospedali non c’è più il COVID”. Ma il comitato popolare di difesa dei beni pubblici e comuni Stefano Rodotà – Stefano Rodotà, Stefano Rodotà! -, candidato per una parte di questo Parlamento a Presidente della Repubblica, dichiara, in data 28 luglio 2020: “La proroga dello stato di emergenza rappresenta una rottura costituzionale, incidendo sulla forma di governo e sul sistema delle fonti”.
Non parliamo, poi, del medico Zangrillo, che è stato in terapia intensiva per mesi, il quale dice: “L’emergenza COVID è finita da due mesi. Basta panico e morte sociale”, evocando un comitato tecnico-scientifico che non dia ordini, come dà, che non imponga scelte, ma sia, come voleva il suo coordinatore Miozzo, un comitato di consulenza. No, ha dato ordini sempre perfettamente eseguiti da questo Governo. Dice: “Non faccio parte del comitato, ma mi aspetto che il comitato tecnico-scientifico dica la verità agli italiani: uscite tranquillamente, riprendete a vivere, andate al ristorante, andate in barca, andate in vacanza. Se entrate in un locale chiuso, mettete la mascherina, ma continuate a vivere più di prima”. E, poi, un appello al Presidente Conte: “Altrimenti la società non parte e Conte, tra due anni, se c’è ancora, dovrà chiederne 800 di miliardi”. Auguri Presidente, auguri dal presidente della Corte costituzionale, da Michelle Bachelet, dal Comitato Rodotà. Auguri!
Onorevole Presidente, si profila in modo evidente una forma di paternalismo governativo, indicando, contrariamente al vero, che la fine dell’emergenza è stata dichiarata in modo preciso e reiterato da illustri medici, da Lopalco a Bassetti a Zangrillo a Gismondo a Tarro, non da negazionisti. In ordine a questo, non si può dire che questa scelta di prorogare – come non avviene in Europa – fosse obbligatoria. Vorrei introdurre allora, nel dibattito, un convitato di pietra, agli irridenti colleghi di Italia Viva e del PD, che hanno deviato la verità della fine dell’emergenza; mi riferisco al professor Sabino Cassese, il quale dice al Governo: protrarre lo stato di emergenza costituisce una forzatura sia illegittima sia inopportuna. Illegittima, perché dichiarare lo stato d’emergenza quando l’emergenza non c’è vuol dire adottare un atto amministrativo carente nel suo presupposto e inopportuno; inopportuno perché produce tensioni invece di invitare alla normalità, con gravi conseguenze per l’economia. Inoltre è sproporzionata, perché per acquistare banchi monoposto e mascherine per le scuole – queste le motivazioni addotte per spiegare l’emergenza – vi sono procedure urgenti previste dalle norme esistenti, come ha perfettamente indicato l’onorevole Sisto. Infine, qualora veramente si presentasse una situazione di emergenza che richieda interventi rapidi, in non più di un’ora si potrebbe riunire il Consiglio dei ministri. Chiedo, quindi, che le parole di Cassese vengano meditate da quest’Aula, in nome di una verità che non viene da negazionisti, ma medici e un illustre costituzionalista.