Non solo coronavirus. Non lontano dalla Cina, luogo di nascita del virus, un altro batterio questa volta di origine indiana ha imperversato il territorio orientale raggiungendo anche l’occidente. Ancora prima che il mondo entrasse a conoscenza della pandemia che ha sconvolto le nostre vite, l’inquinamento industriale delle case farmaceutiche indiane, produttrici di medicinali per le maggiori Big pharma mondiali, alimentava la creazione di superbatteri mortali.
Rispetto al più celebre virus, forse migrato dal pipistrello all’uomo ma senza alcuna certezza, le responsabilità del batterio proveniente dall’India hanno un colpevole ben preciso: le industrie farmaceutiche. Inoltre, continuando a prendere come riferimento il covid-19, il superbatterio indiano è stato assente dal dibattito pubblico, escluso dalle invettive dei virologi, intoccato dai pareri di Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Aifa e Oms.
Anzi, la stessa agenzia Onu per la sanità mondiale “sapeva perché è in quell’area dell’India che producono gli antibiotici”. Così ci ha riferito il giornalista Sigfrido Ranucci, che terminata la stagione di Report è stato ospite in studio di Fabio Duranti e Francesco Vergovich.
Ecco l’intervento di Sigfrido Ranucci a “Un Giorno Speciale”.
La scienza che si smentisce
“Ci siamo divertiti a vedere quello che diceva ogni virologo, poi ci siamo divertiti a vedere quello che ha detto l’Oms e come è stato recepito dal nostro Istituto Superiore di Sanità e dal nostro Ministero della Salute. Ognuno aveva un indirizzo diverso e guardava negli occhi l’altro nella speranza che desse una verità. Non ci abbiamo capito assolutamente nulla”.
L’altro virus
“C’è stato un batterio venuto da Nuova Delhi, India, creato nell’ansa di un fiume dagli scavi delle industrie farmaceutiche. Questo l’Oms lo sa, è dove fanno gli antibiotici. Lì si sono creati dei batteri resistenti, qualcuno li ha portati in Italia. Ci sono stati 100 morti. Ma nessuno ne ha parlato. E qui le responsabilità sono chiare.
Per il coronavirus te la puoi prendere con il pipistrello. Ma qui sai che ci sono delle industrie farmaceutiche che tu Oms, tu Aifa, consenti di produrre anche in Italia. Cioè se ti arriva un salame da fuori, conosci la provenienza. Se ti arriva un medicinale non sai dove viene prodotto e assemblato. E’ una follia questa”.
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