Oggi spero di poter dare una buona notizia ai nostri lettori.
Molti commercianti, soprattutto nel settore turistico e della ristorazione hanno in passato sottoscritto delle polizze assicurative per le coperture dei rischi del commercio, spesso denominate “commercio plus”.
Non le classiche polizze contro i rischi di furto o incendio, ma polizze che al proprio interno riportano la dicitura “interruzione di esercizio da malattie infettive o simili“.
Ed ancora, la polizza che in questo momento ho davanti a me, che è delle assicurazioni generali, dice che “la società risarcisce anche il danno derivante dalla perdita di ricavi dovuta alla chiusura totale dell’esercizio disposta dall’autorità in conseguenza di malattie contagiose o infettive del personale“.
Sembra quasi l’esatta descrizione di una polizza contro il rischio pandemia, ma dato che è stata sottoscritta in tempi non sospetti da migliaia di commercianti, essi ignorano l’esistenza di queste clausole all’interno del contratto sottoscritto.
Le assicurazioni ovviamente fanno finta di niente, anzi, fingono che il Covid-19 non rientri nelle categorie elencate, ma chi fa ricorso viene risarcito.
L’associazione “Noi consumatori”, difesa dall’avvocato Angelo Pisani, è già in prima linea in Italia per una sorta di “class action”, dato che il risarcimento in questione prevederebbe un’indennità giornaliera per interruzione di esercizio: davvero tanti soldi per chi ha sottoscritto questi contratti.
Migliaia di commercianti purtroppo ancora non lo sanno e le compagnie di assicurazione, molto veloci e leste a contattare i propri clienti al momento di riscuotere, sembrano al contrario molto lente e distratte al momento di risarcire.
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