La crescita della Lazio ormai non è più un mistero. La realtà biancoceleste vuole consolidarsi in ottica futura, anche a livello internazionale. Quindi cosa serve per raggiungere l’obiettivo? Materiale umano abituato a respirare l’aria delle grandi sfide europee.
Questa la ricetta indicata da Roberto Rambaudi ai microfoni di ‘Radio Radio Lo Sport’. L’ex ala del Foggia dei miracoli di Zeman, ma anche ex Lazio e Atalanta, ha dialogato con le nostre ‘Teste di calcio’ sulle vicende della truppa biancoceleste.
La banda di mister Inzaghi, dopo il successo sul Torino, è chiamata ora all’ostico impegno casalingo contro il Milan di Pioli. Una sfida molto delicata da affrontare con due pesanti assenze: Immobile e Caicedo.
La Lazio accusa alti e bassi durante le partite come tutte le altre squadre
“La Lazio, come tutti, ha degli alti e bassi. Difficilmente una squadra inizia una partita e la finisce alla stessa maniera. La cosa positiva, voglio guardare il bicchiere mezzo pieno, è che senza quei 3-4 titolari riesce a vincere le partite ed essere superiore anche all’avversario come è capitato col Torino. Avere Jony, Patric e Caicedo in squadra non è la stessa di avere Correa, Luiz Felipe e Lulic. Quando rientreranno un po’ tutti e l’aspetto fisico sale, la Lazio tornerà ad avere quei ritmi che ha sempre avuto nell’arco dei 90 minuti”.
Con il Milan senza Immobile e Caicedo in attacco cosa escogiterà Inzaghi?
“Contro il Milan si tratterà di spostare o Milinkovic a fare la seconda punta con l’aggiunta di un centrocampista, oppure credo che Simone Inzaghi possa rischiare anche Anderson, come seconda punta o trequartista, visto che gli sta dando fiducia ed evidentemente lo vede bene in settimana. A centrocampo se tornano a disposizione Leiva e Cataldi uno dei due potrebbe giocare insieme a Parolo e Luis Alberto. Se invece mancano tutti e due, credo che opterà per Milinkovic a metà campo con una seconda punta che può essere Anderson. Penso che queste siano le due soluzioni. Dipende da cosa vuoi affrontando il Milan. Vuoi dargli riferimenti? Io credo che al Milan forse è meglio non darglieli. Forse è meglio scaglionargli la fase difensiva per poi buttarsi con ampiezza campo con i due esterni, Lazzari soprattutto, con gli inserimenti dei centrocampisti”.
Inzaghi ha il merito di aver scelto i collaboratori giusti nel suo staff
“Simone è un amico, lo conosco. La sua è stata una crescita importante. Lo incontrai quando allenavo una squadra nel Lazio e lui allenava la Primavera. Lui è un allenatore che secondo me è cresciuto molto insieme al suo staff. Lui ha uno staff importante ed è anche un ottimo gestore e quindi è migliorato tantissimo sotto tutti i punti di vista. Io l’ho anche sentito quando è entrato a far parte della prima squadra e, ovviamente, aveva dei dubbi però li ha risolti molto bene. In primis ha valorizzato giocatori importanti che fino a quel momento non avevano fatto vedere nulla. Parlo proprio di Milinkovic e Luis Alberto. Faccio i complimenti a lui perché si è circondato di persone che fanno la differenza e nel calcio di oggi è importantissimo”.
Servono giocatori abituati alle notti di Champions per rimanere a certi livelli
“All’inizio dell’anno dicevo che in questa squadra hanno messo su un tassello. Perché Jony non lo considero un giocatore attualmente adatto per fare il salto di qualità. Metto Lazzari come tassello in più. A inizio anno dicevo che per alzare l’asticella bisognava far respirare a questa squadra certe partite e certi momenti. Perché altrimenti non inciampavi a Salisburgo o in casa con l’Inter. Il grande merito di questa crescita della Lazio a Lotito. Perché Lotito è entrato in gamba tesa prima della partita dell’andata con l’Atalanta su allenatore, staff, dirigenti e giocatori. Ha messo in discussione tutti e lì è scattata quella scintilla che ci voleva con un motivo di orgoglio per i calciatori. Per rimanere a questi livelli la Lazio deve andare a prendere giocatori abituati a vivere la Champions League e determinate competizioni. Questa squadra è forte e gioca un ottimo calcio ma, a volte, non basta per restare a certi livelli”.
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