Ci sono ancora adesso, nel momento topico della pandemia in tutto il mondo, oltre 16 milioni di contagiati e tutti i dati che sappiamo sulle vittime e sulla terapia intensiva, chi sostanzialmente non ha capito nemmeno come funziona un virus. Forse sarà il caso di ricordarlo.
I virus sono parassiti strutturali. Hanno bisogno di una cellula sostanzialmente per replicarsi. Qualcuno li mette anche al limite del mondo dei viventi. Fatto è che hanno delle strategie intelligenti interessantissime. Per esempio di infettare gli altri prima che si manifestino i sintomi: è davvero una strategia interessante. Ma quale è il compito principale del virus. Cercare il modo di entrare in una cellula ospite, riprodursi, e poi uscire da quella cellula e andare da un’altra parte.
Si può pensare che effettivamente i virus non abbiano come obiettivo la distruzione della specie ospite, che anzi abbiano tutto l’interesse che sia in vita. In realtà hanno interesse che sia in vita il tempo necessario per poter passare ad un altro ospite. Dunque incidentalmente possono anche ucciderlo, purché il ritmo sia tenuto alto.
Esistono dei patogeni, come quello della ‘rabbia’, che se non curata prima dell’insorgere dei sintomi può arrivare al 100% di vittime. Dunque è vero fino a un certo punto che il virus ha tutto l’interesse a mantenere in vita il proprio ospite: dipende. Esistono altri virus, come quello di ‘ebola’, che arrivano a percentuali di letalità davvero elevate. Il problema che i virus che hanno una trasmissione via siero, sangue o rapporti sessuali, è che questi hanno una grande protezione nel loro passaggio da un ospite all’altro perché questo viene nascosta nei fluidi corporali ma con una scarsa possibilità di diffusione massiccia.
Il contrario avviene per i virus respiratori, come i Coronavirus, che invece sono meno letali ma più virali. Cioè riescono a diffondersi di più. Tutte queste cose, che si imparano sui libri e che potrebbero essere oggetto di divulgazione, in questo periodo non lo sono. Perché la gran parte degli scienziati sono impegnati a combattere altre sciocchezze.
La pandemia è finita o non è finita?
La pandemia finisce quando le vittime sono zero, i ricoveri in terapia intensiva sono zero e i contagi sono sotto controllo, molto prossimi allo zero. Questo deve avvenire in tutto il mondo, invece non sta ancora avvenendo. Cioè a dire che noi ci siamo ancora dentro.
Bisogna sempre ricordare che fra secondi e terzi picchi, nell’influenza più dolorosa nella storia degli uomini, cioè quella ‘spagnola’, il secondo picco autunnale fu molto più mortale del primo. Oggi siamo molto più preparati, per fortuna. Se ci fosse più conoscenza, sarebbe meglio.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
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