Virus: ognuno può avere le proprie idee, basta fondarle su dati e metodo scientifico

Ogni tanto, ma giusto perché non se ne può fare a meno, guardo i commenti da parte degli ascoltatori e da parte di chi frequenta i social media, come si dice oggi, per le pillole che ogni mattina la radio mi concede di raccontare a chi vuole ascoltarle. Naturalmente si tratta di pillole che riguardano i temi più svariati. Molte sono di carattere ambientale, che è il mio campo, molte sono di carattere naturalistico, che è ancora il mio campo, o che riguardano l’ecologia in generale e pure questo è il mio campo.

Naturalmente poi ce ne sono di campi vicini. Per esempio quello della pandemia. La pandemia è un campo che va affrontato con mezzi e metodi scientifici. Dunque mi riguarda in quanto ricercatore che applica il metodo scientifico. Detto questo, i commenti dei frequentatori dei social media sono davvero ridicoli. Intanto sono quasi sempre offensivi, ma questo corrisponde alla mancanza di raziocinio e sostanzialmente alla mancanza di centimetri cubici di materia grigia. Su quella non ci si può fare niente; la natura è stata piuttosto avara con questi poveracci.

Ma altri palesano lacune in un’ignoranza di fondo. Ce n’è uno per esempio che scrive che sono servo del ‘deep state’, ma deep scritto come Johnny Depp. Lui non lo sa ma, probabilmente, non gli fa nessuna differenza. Ma nemmeno sa che cosa è il ‘deep state’, francamente non credo da quello che scrive. Altri minacciano di non seguire più la radio perché altrimenti queste stesse cose che dico io le possono sentire in radiovisione o sui giornali che, come è noto, sono tutti quanti asserviti al ‘deep state’ o al potere. Sono stupidaggini senza fine.

Io non ho nessun altro criterio di obbedienza che non quello del metodo scientifico e della verità dimostrabile, laddove la possiamo dimostrare, o dell’incertezza, laddove c’è. Dunque quando parliamo di provvedimenti scarsamente efficaci riguardo alla pandemia, e il fatto che la pandemia avanza, ci rifacciamo semplicemente ai numeri. Adesso è uscita fuori quest’altra categoria: gli asintomatici che non trasmettono il virus e non trasmettono la malattia. Questa non è una categoria codificata; la scienza non l’ha ancora codificata.

Ci sono naturalmente molti asintomatici, c’erano però pure prima. Quello che conta sono le morti e i ricoveri in terapia intensiva. Oltretutto nessuno vorrebbe, io immagino nemmeno nessuno di questi ignoranti ascoltatori o frequentatori dei social media, essere messo vicino a qualcuno di costoro.  Anche perché la certezza che non trasmettano al 100% non ce l’ha nessuno e non ci sono ancora testimonianze scientifiche in tal senso.

Quando si affrontano questi argomenti, si dovrebbe pensare che ognuno può avere le proprie idee. Basta fondarle su qualche dato e qualche osservazione di carattere scientifico e non semplicemente su quella paccottiglia che gira nella rete e non ha nessuna certificazione. E’ sempre così, i social media hanno messo sul palcoscenico qualcuno che nel teatro della vita e delle cose che dobbiamo sapere avrebbe a malapena occupato uno strapuntino in galleria.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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