Le ultime mosse del governo Conte tolgono ogni dubbio: siamo diventati ufficialmente un paese filocinese.
Abbiamo assistito qualche settimana fa alla scelta di Tim di escludere la cinese Huawei dalla gara per l’appalto del 5G, come richiesto da tempo dagli americani. Ecco che però in queste ore c’è la ritorsione dell’esecutivo, che ha deciso di bloccare l’investimento del fondo statunitense KKR nella rete di Tim.
Il fondo americano ha espresso indignazione sul possibile ricorso del Governo al Golden Power per opporsi all’accordo con Tim: il numero uno del fondo Henry Kravis si è rivolto all’ambasciatore a Roma, quel Lewis Eisenberg che ha un passato proprio nella KKR.
State sicuri: l’azione del governo italiano non resterà impunita, anche perché lo stesso Golden Power pare non sia stato utilizzato con altrettanta decisione nei confronti delle aziende cinesi interessate a costruire reti 5G in Italia, bandite dagli americani e finite sotto la lente del nostro COPASIR.
Anzi, il nuovo Dpcm rilasciato proprio in queste ore apre le porte a Huawei in diverse regioni.
La scelta è stata applaudita da Grillo nel suo blog, dove ha parlato di “spezzettare Tim” auspicando la creazione della rete unica insieme ad Open Fiber.
Ricordiamo che dietro Open Fiber c’è Cdp Reti, dietro la quale c’è un 35% di State Grid Corporation of China.
Domani Di Maio incontra il ministro degli Esteri cinese per riprendere le trattative sulla via della seta che gli americani ci avevano chiesto di bloccare: tutto contro l’alleato atlantico.
Questo governo insieme ai 5 Stelle non andrà oltre novembre. Perché?
Le elezioni americane non contano più: avranno contro sia Trump, che Biden.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo
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