Caro Di Stefano, va ripassata anche la storia: ricordi i nostri convegni “basta euro”?

Le sortite politiche di Manlio Di Stefano, del MoVimento 5 Stelle, parrebbero desunte direttamente da una commedia dell’antico Aristofane.
Come è giusto Manlio Di Stefano voleva portare la sua solidarietà al Libano, quando ha chiamato i suoi abitanti “libici”: ovviamente ha subito preso a circolare incontenibile la gaffe del Sottosegretario agli Affari Esteri.

Di Stefano ha immediatamente rimosso il suo cinguettio, specificando con toni inspiegabilmente stizziti l’accaduto: “Ho sbagliato a scrivere, i morti invece restano. Fenomeni“.
Ovviamente evoca come è giusto il rispetto ai morti, ma forse anche qui peggiora la sua situazione, perché il rispetto ai morti comincerebbe dal chiamarli col giusto nome: libanesi, non libici.
Si consideri oltretutto che l’episodio non è isolato nella medesima parte politica.

In sostanza Manlio Di Stefano non è nuovo a sortite politiche grottesche: basti ricordare, scorrendo la sua bacheca twitter, l’attacco feroce contro Salvini, definito “negazionista” del Covid-19 e “banderuola”, in base al fatto che prima criticava la mascherina, e ora la indossa.

Ha ragione invero Di Stefano a rilevare la posizione contraddittoria di Salvini, ma forse sbaglia a impegnare il termine “banderuola”, se si considera che il suo partito è banderuola almeno quanto Salvini.
Ricordo benissimo personalmente i convegni fatti insieme al Movimento 5 Stelle sul tema “uscita dall’euro“, o ancora sul tema “critica delle politiche del PD”.
Ebbene, forse non conviene evocare a quest’area politiche il termine “banderuola”. Forse è fuori contesto l’evocazione della coerenza da parte del MoVimento, divenuto ciò contro cui combatteva.

Ancora, “Il MoVimento ha preso la rabbia sana che c’era nella società e l’ha trasformata in un’agenda politica concreta“, ha detto lo stesso Di Stefano in un’intervista la scorsa settimana.
Bisognerebbe essere più precisi, caro Di Stefano: il Movimento 5 Stelle ha preso la rabbia sana della società e l’ha incanalata per trasformarla in rabbia che cementasse l’ordine dominante.
In conclusione va detto: forse il Movimento 5 Stelle potrà un giorno passare alla storia, ma non passerà di certo alla geografia.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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