Tra gli esponenti politici che hanno fatto scalpore nelle ultime ore per aver ricevuto il bonus destinato alle partite Iva in difficoltà a causa del virus, si conterebbero con una sola mano coloro che proverrebbero dal Parlamento. I restanti, 2000 o quasi, sarebbero rappresentanti dei territori regionali o amministratori locali.
Ne consegue l’impossibilità di mettere sullo stesso piano e soprattutto alla stessa sbarra i parlamentari con uno stipendio che si aggira intorno ai 13 mila euro al mese con i consiglieri comunali e regionali. Questi ultimi non vivono di politica, in molti ricevono solo un gettone di presenza e le loro fonti di reddito sono lontane dai palazzi del potere.
Per raccontare una sfumatura diversa dal classico ritratto della casta è intervenuto, ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari, il presidente dell’associazione dei piccoli comuni montani (Uncem) Marco Bussone. Ecco il suo intervento a “Lavori in Corso”.
“L’Italia è fatta di circa 5000 Comuni polvere nelle Alpi e negli Appennini, dove i consiglieri comunali e i sindaci non percepiscono nulla. In alcuni casi poche centinaia di euro al mese, che non permettono neanche di pagare spese e incombenze.
Noi abbiamo evidenziato che non è possibile fare di tutta l’erba un fascio. In questo Paese troppo spesso siamo caduti nell’errore di dire che abbiamo un problema di poltrone. Nei piccoli Comuni non si può parlare di problemi di poltrone. E sfido chi equipara i problemi politici di venire in quei piccoli Comuni e gestirne gli uffici e le piazze.
Bisogna riconoscere che i nostri paesi rappresentano l’Italia vera. Non è quella delle 100 città ma è quella dei 1000 borghi.
La politica non deve buttare la croce addosso ai piccoli Comuni. Deve prendersi le responsabilità e dobbiamo rifare un patto istituzionale.
Chi ha preso quei soldi dovrà risponderne di fronte ai cittadini e ai propri partiti”.
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