Gli scienziati più contro il voto che contro il virus

Sembra che la scienza di governo della democrazia non ne voglia proprio sapere.

Arriveranno se sarà necessario a fare un milioni di tamponi al giorno, a dirottare verso i nostri lidi tutte le caravelle del mediterraneo. E se non sarà sufficiente ci bombarderanno di notizie false come quella dei cinque bimbi ricoverati in Puglia. Nelle alte sfere qualcuno pregherà anche all’indirizzo del Covid Salvatore.

Anche perché senza il virus il nulla al potere non avrebbe più senso.

Il virus dovrà tener duro ancora per molto. Prima ci saranno i soldi del MES che faranno del tutto per appiopparceli. Dopotutto nominando un illustre rappresentante dell’alta finanza a decidere come tali provviste dovranno essere spese, conosceremo molto presto i destinatari dei proventi dell’ingente debito che graverà per decenni sul groppone degli italiani.

Risulta ancora misterioso come riusciranno a bloccare la democrazia sino al maggio prossimo quando dovrebbero sopraggiungere i rinforzi. 209 miliardi in arrivo nelle casse del governo con il recovery fund.

Denari da impegnare per soddisfare ogni tipo di esigenza del cittadino. Con ogni probabilità verrà sostenuta una ulteriore fase di provvidenze, tanto gradite al mercato del voto. Poi, con i soldi in tasca potrebbero pensare di aggiungere al monopattino il casco e le gomitiere.

E quando la spesa improduttiva avrà raggiunto il punto di colmo allora finalmente potranno concedere libere elezioni.

Vedrete che il covid si scioglierà come neve al sole e riapparirà una fugace democrazia, ma giusto il tempo per passare all’incasso elettorale.

Si manterranno in vita buona parte degli zombie attuali, saranno probabilmente qualcuno in meno, schiavi dei loro finanziatori, in collegi sempre più vasti in cui quasi nessuno li conoscerà direttamente (l’unico modo per farli digerire al popolo), quindi, nessuno potrà controllare il loro operato.

Saranno sempre più nominati dai partiti e finanziati dalle lobbies pronte ad accollarsi campagne elettorali dispendiosissime in collegi di 800.000 anime. Il popolo sarà sempre più distante e voterà sempre più per sentito dire o per fede nel partito senza conoscere la persona.

Ed i gruppi di potere saranno ben lieti di sostenere i candidati, i quali, una volta eletti, saranno ben contenti di ripagarli con le cosiddette leggine ad hoc. Dopotutto nella nuova oligarchia, il Parlamento si è ridotto ad un numero di membri che non ne consenta più la conoscenza diretta da parte del popolo.

Sarà rappresentante delle lobbies e dei partiti, i primi lo finanziano, mentre i secondi lo candidano. Con il popolo spettatore, che ratifica.

Invece di fare una riforma del Parlamento che abrogasse il bicameralismo perfetto, che abrogasse ogni forma di nominati nel proporzionale bulgaro, che riducesse tutto ad una camera con 930 deputati divisi in collegi al massimo di 60.000 anime in cui tutti si conoscono o comunque tutti hanno la possibilità di testimonianze dirette o attendibili di persone che per essere elette debbono essere conosciute nel territorio. E nei cui confronti si possa ragionevolmente esercitare una forma di controllo.

Paradossalmente sarei per l’incremento del numero dei parlamentari  elevandone il numero sino alla concorrenza di collegi al massimo di 40.000 anime. Un medio comune italiano. In cui sempre di più deciderà la democrazia, ossia il popolo, anche a prescindere dai partiti.

In collegi così piccoli la persona per bene, che ha già lavorato per il territorio con successo, che è stimata da tutti e conosciuta dai più potrebbe candidarsi a fronte di spese sostenibili e non essere soggetta al ricatto di nessuno.

Potrebbe farsi eleggere direttamente dal popolo. Credo che sia l’unico modo per rappresentarlo veramente.

Quanto hai costi si potrebbero dimezzare gli attuali, e non morirebbe nessuno di fame, al contempo si avrebbero meno spese rispetto a quelle paventate dalla riduzione dei parlamentari.

Ma soprattutto si avrebbe un numero di rappresentati del popolo effettivamente conosciuto, controllato e rappresentativo dei territori.

E sarebbero i cittadini a decidere se rinnovare la fiducia o meno.

Evitando così paracadutati, impostori, scappati di casa eletti soltanto perché in collegi immensi si votano gli sconosciuti.

Si vota per fede nel partito e non per fiducia nella persona.

Così muore la democrazia. 

Chi non è eletto dal popolo di un determinato territorio non farà mai gli interessi della nazione ossia del popolo, e men che mai rapprenderà e difenderà il territorio che lo ha eletto. Anzi, come accade ora, il territorio diviene per gli sconosciuti terra di conquista a cui non far più ritorno una volta eletti.

Così non va bene, non si possono ridurre i rappresentanti del popolo o renderli semplicemente figurativi, soltanto per l’inettitudine degli attuali nominati.

Sarebbe come dire: visto che in quell’ospedale ci sono medici incapaci, allora chiudiamo l’ospedale.

La soluzione non potrà che essere quella di offrire a quel territorio un ospedale efficiente con un numero sufficiente di medici capaci, in grado di poter svolgere con puntualità, capillarità e tempestività il compito sanitario.

Non vi fate ingannare!

In un Paese con 160.000 norme, ed una burocrazia asfissiante dove si annida corruttela e soprattutto spreco e mala gestione, avere rappresentanti del popolo, in grado di rappresentare degnamente tutti i territori, capaci di ridurre veramente quella giungla normativa a poche leggi chiare e conosciute da tutti, sarebbe la prima urgenza del Paese, prima ancora dei posti in terapia intensiva.

Non vi fate ingannare con il digitale, che non semplifica nulla, perché la norma li sta e li rimane. Per tagliare serve perizia, esperienza e sensibilità. Ecco perché i nominati di oggi si guardano bene dal farlo. 

Non vi fate espropriare dei vostri diritti.

Sarebbe il colpo di grazia finale per la democrazia.

E per tutti i sacrifici fatti non ce lo meritiamo proprio di regalare la nostra libertà e la nostra legittima partecipazione alle lobbies, all’alta finanza, ai gruppi di potere, …

Enrico Michetti