La circolazione delle notizie e delle informazioni sui social media è stata, credo, una delle iatture più grandi che potesse colpire i sapiens. Per tante ragioni, la prima è che non c’è nessun controllo sulle fonti. Chiunque dice la qualsiasi e, chiunque abbia un po’ di seguito, questa cosa qualsiasi viene riverberata dappertutto. La pandemia ne è un chiaro esempio. Ne hanno dette di tutti i colori, che il virus non esiste, che c’è un complotto, che è stato fatto in laboratorio, che la pandemia non esiste. Tutte cose che non reggono a un minimo accenno di critica scientifica. Sono tutte cose che vengono riverberate da una popolazione prevalentemente ignorante, visto che abbiamo riscontrato che quasi il 50% degli italiani fa parte degli analfabeti funzionali. C’è gente che non sa nemmeno decifrare il bugiardino di un medicinale o riportare con un riassunto di senso compiuto un pezzo che ha appena letto.
E’ davvero grave perché invece, per rapporto, c’è stata una specie di consapevolezza di aver raggiunto una nuova democrazia del sapere in cui tutti potevano accedere a informazioni che un tempo erano riservate ai professori o ai maestri. Purtroppo non si riesce a vedere una figura che riesca a sostituire quella dei maestri. E davvero non ci riescono le parcellizzazioni estreme del sapere nei mezzi sociali, soprattutto perché non c’è un controllo delle fonti ma soprattutto perché quando si reperiscono informazioni in rete lo si fa andando poi a pescare quelli che sono i siti più cliccati. Ma chi è che li ha cliccati di più? Noi stessi, dunque siamo noi gli artefici di un sapere che ci costruiamo e poi pensiamo di acquisire. E’ davvero un sistema di corto circuito dal punto di vista culturale che non ci porta da nessun altra parte se non verso un degrado di quelle che sono le informazioni e le conoscenze e, alla fine, verso un’ignoranza maggiore.
Ecco stiamo assistendo a errori di ortografia che sono la realtà più comune anche se ci sono i correttori, nessuno riesce più a formulare un pensiero subordinato ma soltanto di frasi coordinate. Per non parlare della conoscenza delle basi della scienza che almeno tutti dovremmo sapere fino dalle scuole dell’obbligo. Stiamo andando verso un periodo di sempre maggior ignoranza e disinformazione dal punto di vista culturale. C’è gente che allegramente sguazza in tutto questo, persone che tentano di conquistare un palcoscenico in un teatro in cui difficilmente avrebbero trovato posto, neanche su uno strapuntino.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
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