La riapertura delle scuole si avvicina, ma con l’aumento dei casi di positività da coronavirus il clima è tutt’altro che disteso. Per l’intera estate gli studenti italiani sono stati al centro delle discussioni interministeriali per garantire la loro didattica in sicurezza.
Adesso che la stagione è arrivata agli sgoccioli è giunto il momento di verificare se i compiti a casa sono stati svolti correttamente. E cioè, se tutti i provvedimenti e protocolli sanitari saranno applicati entro il 14 settembre, data del suono della prima campanella dell’anno.
Dopo riunioni e controriunioni con i vari organi dirigenti del mondo scolastico e della società civile, il Governo è riuscito a raggiungere una quadra sui vari scenari che potrebbero palesarsi dal prossimo mese? L’interrogativo è stato posto da Stefano Molinari e Luigia Luciani alla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.
Ecco l’intervista alla ministra Bonetti a “Lavori in Corso”.
“Se un bambino si ammala di coronavirus i suoi componenti familiari dovranno rimanere in quarantena per quattordici giorni. Se un bambino in una classe si ammala, la classe deve essere messa in quarantena. E i genitori devono poter rimanere a casa per la custodia dei loro figli. Ed è per questo che sto lavorando per introdurre in modo straordinario dei congedi straordinari.
L’idea di fondo è che dobbiamo prevedere gli scenari e dotarci degli strumenti. Perché la scuola deve riaprire in modo sicuro, ma anche altrettanto sereno.
Si devono dotare le scuole di personale sanitario e tamponi dedicati. Le famiglie devono avere chiaro a chi rivolgersi e cosa fare, nel minor tempo possibile”.
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