Si potrebbe realizzare un quotidiano florilegio con le citazioni di virologi, epidemiologi, infettivologi (e perfino veterinari) che quotidianamente intervengono per prospettare la loro linea ermeneutica dei fatti legati al coronavirus.
Ciò costituirebbe un’operazione alquanto interessante già solo perché gioverebbe a demistificare un teorema pur molto in voga oggi: quello in coerenza con il quale esisterebbe una Scienza con la “S” maiuscola unitaria, compatta, granitica rispetto alla quale ciò che non è immediatamente coerente è superstizione, fanatismo, negazionismo.
Scienza o scientismo?
Non esiste in realtà questo tipo di scienza con la “S” maiuscola, ma semmai scienziati in carne e ossa, correnti e teorie diversificate che si muovono nel campo empirico, provando e riprovando a far emergere la certezza.
Un altro aspetto è che molto spesso gli scienziati finiscono per svolgere una funzione ad alto tasso adattivo rispetto all’ordine dominante, nella fattispecie rispetto al nuovo capitalismo terapeutico. O almeno alcune loro affermazioni sembrano poter essere lette in questo modo.
Le parole della Capua
In questa luce propongo di interpretare le affermazioni che vengono riferite alla Dott.ssa Ilaria Capua dal noto rotocalco turbomondialista Open, di Enrico Mentana.
“La pandemia si poteva evitare, gli scienziati hanno fallito. Ora la sfida è riorganizzare la vita di tutti“.
Affermazioni degne di nota, perché per un verso la Capua critica apertamente i suoi colleghi. Tuttavia accanto a questo spazio di critica onesta, vi è un passaggio di giustificazione del nuovo ordine terapeutico. Si badi bene: “Riorganizzare la vita di tutti“.
Cosa significa?
Cosa si deve intendere con questa strana e curiosa espressione?
Si deve intendere a mio giudizio una sorta di adesione al verbo terapeuticamente corretto, che pretende di aver già archiviato la vecchia normalità e di averne introdotta una nuova da apprendere di giorno in giorno per convivere con il virus.
La “nuova normalità”, come il logo unico terapeuticamente corretto la chiama, altro non è se non la realtà dei suoi rapporti sociali, economici e politici, riplasmata dall’emergenza sanitaria.
Così l’inammissibile diventa accettabile, e l’azione autoritaria con cui sono cambiati i rapporti di forza diviene inevitabile grazie all’alibi del virus.
L’espressione “riorganizzare la vita di tutti” non deve passare inosservata: poco o nulla ha di scientifico. È anzi quintessenzialmente politica e, dirò di più, organica alla nuova visione dei rapporti di forza che si stanno imponendo oggi grazie alla svolta autoritaria imposta dal Covid-19. O meglio, dall’uso che di esso ha fatto il regime liberista.
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