Sul fronte politico si muove qualcosa in direzione della questione immigrazione. Rientrata, per il momento, la minaccia del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, che giorni fa aveva annunciato un’ordinanza per l’immediata chiusura degli hotspot nel territorio siciliana. Ritirato, sempre in attesa di nuovi sviluppi, lo sciopero generale minacciato domenica dal sindaco di Lampedusa Totò Martello.
Lo stesso Martello, insieme al presidente Musumesi sono stati infatti convocati dal premier Giuseppe Conte a Roma mercoledì prossimo. Al centro della discussione gli sbarchi che in generale in Sicilia, ed in particolare a Lampedusa, hanno portato al collasso il sistema di accoglienza del territorio.
Intanto sull’isola non si placano gli sbarchi registrati fino alla scorsa notte. Si contano 370 migranti di diverse nazionalità, partiti da un porto della Libia vicino al confine con la Tunisia. Non accadeva da anni uno sbarco così imponente. Un’ulteriore testimonianza che l’emergenza va affrontata al più presto.
Lo ha confermato proprio il primo cittadino di Lampedusa, Totò Martello, intervenuto ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari. Ecco il suo intervento a “Lavori in corso”.
Rapporti con Conte e Musumeci
“Abbiamo ricevuto la telefonata del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dove ci invita a Roma per discutere dell’emergenza migranti.
L’unica cosa che continuo a dire al Presidente della Regione Sicilia Musumeci è il riconoscimento dello Stato di emergenza su Lampedusa. Perché la situazione, anche dal punto di vista numerico, abbiamo superato tutti i confronti con gli scorsi anni”.
Centri di accoglienza e rimpatri
Noi a Lampedusa abbiamo un problema serio. Se si dice chiudiamo il centro di accoglienza e poi c’è uno sbarco, dove saranno messe queste persone che arrivano? A Lampedusa il discorso della chiusura del centro è inopportuna perché non si blocca il problema degli arrivi.
C’è stato un momento in cui tutti si sono dimenticati dei rimpatri. Non se ne sono più fatti. C’era un accordo con la Tunisia, ma non veniva osservato. Il problema fondamentale è se si riapre pure la rotta della Libia”.
Accordo con i vicini del Mediterraneo
“L’unica cosa che si può fare è trovare un accordo con gli altri Paesi del Mediterraneo. Stabilire delle regole e che queste regole vengano rispettate. In passato con la Libia è stato fatto. Dobbiamo togliere l’immigrazione dalle mani di scafisti senza scrupoli. Chi vuole venire a lavorare in Italia deve venire regolarmente, non con le piccole imbarcazioni”.
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