Daniele De Rossi è a Soriano nel Cimino per il Premio Nazionale “Pietro Calabrese”. A lui viene conferito il riconoscimento alla carriera in questa edizione 2020. Al suo arrivo, intercettato dai nostri microfoni, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
Che ne pensi di Pirlo allenatore della Juve?
“Lui è stato un fenomeno da calciatore. Ha una visione diversa del calcio rispetto agli altri. È un inizio pesante da un punto di vista della pressione, perché la Juve richiede un livello alto e vuole anche i risultati. Ma se volevano uno con le idee chiare hanno scelto la persona giusta. È uno che ha gli attributi. Se cercavano uno che si prendesse una responsabilità del genere in una piazza come quella hanno trovato quello giusto”..
Daniele De Rossi è già allenatore?
“Negli anni ho visto allenatori a cui non davo una lira fare grandissime cose e viceversa. Io non avrei puntato su tanti allenatori che ci sono adesso e stanno facendo benissimo, non pensavo che Simone Inzaghi o Gattuso potessero diventare allenatori così bravi. Bisognerà vedere i risultati. Di sicuro ho grande voglia e qualche idea, ma innanzitutto devo prendere il patentino, poi si vedrà”.
Che errore non dovrà fare Friedkin?
“Non so. Io devo prendere il patentino per fare l’allenatore. Il dirigente lo farà chi vuole farlo. Non mi sento di dare consigli, quelle poche parole che ho sentito, il fatto di tenere tutti quanti coi piedi per terra è un bene alla lunga. Fare promesse che poi non potrebbero essere mantenute, in una piazza passionale come Roma, accendere gli animi subito può essere un grande errore”.
Ha fatto molto parlare il cambio di procuratore.
“Sono entrato in un’agenzia che si occupa di calciatori e allenatori. Fa parte dell’avvicinamento a questa professione, niente di più”.
Quanto sei stato vicino alla Fiorentina?
“Sono molto vicino a fare il patentino, spero di farlo al più presto e di avere opportunità importanti. In questo senso la Fiorentina è una piazza gigante, ci andrei a piedi. Qualsiasi squadra di Serie A sarebbe già una partenza importante. Sono gli obiettivi che qualsiasi allenatore ha”.
Se la Roma ti avesse chiamato al posto di Fonseca?
“Io devo fare questo percorso prima e poi vedere chi sarà interessato. Parlare del nulla non serve a niente. Ogni parola mia in una piazza come Roma, pesa il doppio. E non è corretto perché c’è un allenatore che sta lavorando. Io devo stare attento a ciò che dico quando si tratta di Roma. Devo rispettare Fonseca e chi sta lavorando. Mio padre mi dice che Fonseca è una persona squisita. Ho grandissimo rispetto per lui”.
Un ritorno di Totti alla Roma cosa può dare?
“Dovete chiederlo a lui. Ci siamo sentiti due giorni fa, ma non abbiamo parlato di calcio”.
Cosa pensi del possibile addio di Dzeko?
“Non penso. Fare l’allenatore è dispendioso, dovrò concentrarmi su questo. Il mercato è una roba estiva che non è per me”
Ti manca il campo?
“No, non mi manca il calcio. Mi dispiace per il Boca, non sono riuscito a dare il massimo lì”.
La Roma ti manca?
“Sempre. I tifosi li incontro sempre per strada. Si parla di un percorso talmente lungo e pieno d’amore che ho metabolizzato. Ci sono arrivato abbastanza preparato”.
Il tuo calcio è 4-3-3?
“Il calcio non è mio, questa frase mi fa sorridere. Vediamo quando arriverà il patentino”.