Tra meno di un anno si terranno le elezioni per il nuovo sindaco di Roma. Ad oggi l’unica candidatura è proprio quella dell’attuale sindaco Virginia Raggi, ma qualcosa si sta muovendo anche dal basso, per le piazze e tra le persone. Tra piccoli e grandi nomi, se e quando usciranno, ne vedremo delle belle.
Tobia Zevi, attivista politico, ha parlato a “Lavori in corso” della sua candidatura alle primarie del centrosinistra per dare a Roma un’alternativa. Si è detto deciso a cambiare il modo di fare politica nella Capitale, tornando a parlare con le persone e a ragionare su progetti di grande respiro, dopo 5 anni sciagurati con la Raggi.
“Siamo partiti in giro nelle piazze con l’idea di dire che per cambiare le cose c’è bisogno di cambiare il modo di fare politica, parlare con la gente, confrontarsi.
Roma non può aspettare, questa città sta morendo perché si perderanno posti di lavoro, finiranno le casse integrazioni…questa è la prima denuncia che faccio. Poi Roma non può essere sacrificata per strategie nazionali, terzo è che se non ci sono questi grandi nomi che non vogliono sporcarsi le mani allora devono essere le persone a scegliere il programma, la squadra e i candidati.
Allora io voglio candidarmi, e fare le primarie. Devono essere primarie di centrosinistra coinvolgendo tutte le associazioni, i comitati. Ho scelto due aggettivi per qualificare la mia proposta: un candidato civico e popolare che pensi alla città e che sappia parlare con le persone.
Io cerco di tenere alta l’attenzione su questa città, non penso che un paese del G7 possa pensare alla sua Capitale come una voragine. Se Roma non si riprende dopo questi 5 anni di un’amministrazione sciagurata, si porta dietro tutta l’Italia. Serve un grande progetto con una visione da qui ai prossimi anni.
Guardo con ammirazione i social della sindaca che celebrano la pulizia di un giardinetto, l’altro giorno siamo arrivati alla celebrazione della pulizia di un’aiuola fatta dai cittadini, mi viene da ridere. L’assenza di progetti e visioni determina anche un assenza di decoro, ordine…
Tre grandi pilastri per rifondare la Roma del futuro: rilancio economico, pulizia e riqualificazione dello spazio pubblico e efficientamento della pubblica amministrazione con la partecipazione dei cittadini.
Penso che ragionando su due legislature, diamoci 10 anni di orizzonte per dire: Roma come la vogliamo?
Negli anni del ‘modello Roma’ con Rutelli e Veltroni, un’idea della città c’era, ma il limite di quelle esperienze è non aver fino in fondo compreso che il sistema economico che sorreggeva quel sistema stava finendo. C’è bisogno di un’idea di città sapendo che nel frattempo il mondo è cambiato.
Sono più appassionato ai dibattiti con le persone che quelli sui giornali, se il rapporto tra centrosinistra e 5 Stelle è un rapporto tra persone ed esperienze locali ha senso, se è la Raggi allora noi dobbiamo essere l’alternativa“.
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