Domenica e lunedì si vota: il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari sta dividendo gli italiani e la politica, ma serve davvero a cambiare il sistema legislativo italiano, snellendolo?
Enrico Michetti, durante ‘Fuori dal pallone’, ha dichiarato la sua posizione sul referendum, ferma e decisa sul No. Consapevole della grande forza democratica dietro il legame tra territorio e rappresentati eletti in parlamento, il Prof. rilancia anche la proposta della revoca del mandato, auspicando riforme serie come quella sulla legge elettorale.
“Adesso c’è un referendum. Roma è stata grande, creando un res publica, perché aveva il senato; il senato ha fatto sì che Roma per mille anni avesse il dominio incontrastato sul mondo allora conosciuto perché il senato ospitava le persone migliori, quelle che avevano una rappresentanza dei territori seri, vera.
Annibale scese a Roma avendo vinto grandi battaglie, dando alle legioni romane la più grande sconfitta, ma le città rimasero fedeli a Roma perché c’era la rappresentanza del territorio, quelle città si sentivano rappresentate da Roma. Vedete la rappresentanza, che oggi noi vogliamo tagliare, spogliare.
Noi oggi dobbiamo avere invece un rapporto osmotico tra il territorio e il parlamento, il rappresentante deve andare in parlamento e rappresentare il territorio. Si chiama rappresentatività e la sintesi si ha quando tutti i territori, magari fossero tanti i parlamentari, conosciuti dai territori e loro espressione. Il parlamentare rappresenta la Nazione, dice la Costituzione: un popolo, un’identità culturale e un territorio. Voi pensate che uno eletto a Bassano del Grappa si può occupare della Roma-Fiumicino? Oggi c’è stato uno scollamento, il deputato non è più conosciuto da nessuno, i collegi sono vastissimi. La Loggia massonica P2 diceva che bisognava tagliare i parlamentari…questo è il sistema.
La radice della democrazia è la pianta legata al territorio, quando tu tagli le radici il rappresentante del popolo a chi risponde? A chi gli ha pagato la campagna elettorale o a quello che lo ha eletto e manco conosce? Io sfido chi ricorda il deputato o il senatore che ha eletto.
“Riformare la legge elettorale e inserire la revoca del mandato”
La prima truffa è la legge elettorale, quella va riformata, perché il cittadino non può esprimere preferenze quando vota persone già nominate. Quelle sono liste proporzionali bulgare. Se sei bravo, sei conosciuto e rispondi al territorio io introdurrei un’altra cosa, l’inserimento della revoca del mandato. Quando il deputato non va in parlamento, promette ma non fa, un quinto degli elettori lo può sfiduciare così va a casa e vedi come sta tutti i giorni sul territorio e in parlamento, si occupa di tutto, va a parlare con la gente, se c’è un problema è il primo che corre.
Facciamo riforme serie, non tagliamo la democrazia. E la politica non deve andare appresso i sondaggi: erano tutti sicuri che vinceva il Sì, perché pensavano che gli italiani sono un popolo di deficienti che compravi con la demagogia. Ora si sono accorti che il No prende piede. Ma invece che dire: ‘scusate, ci siamo sbagliati, abbiamo sottovalutato il popolo’, no insistono, sono coerenti con la menzogna. Questa è la pochezza della politica, il limite della politica, perché poi se li senti e ci parli dicono di votare No.
Se io parlo con l’edicolante mi dice: ‘io voto no, voglio mandare a casa questi, perché devo rinunciare alla rappresentatività e rinunciare al fatto che ci sia qualche persona per bene che mi possa rappresentare degnamente'”.
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