Nuovo insulto alla democrazia: Mario Draghi a capo di una task force per il Recovery Fund?

Scriveva l’antico filosofo stoico Seneca nelle lettere a Lucilio che era suo costume frequentare anche autori e scrittori divergenti dal suo pensiero.
Lo faceva “per addentrarsi nell’accampamento del nemico e spiarne le mosse portanti“.
Con lo stesso piglio dell’antico Seneca, anche noi dobbiamo avventurarci nell’accampamento del nemico per non farci travolgere dalle sue offensive.

Ecco perché è importante leggere sempre e di nuovo “Il Sole 24 Ore”, osservatore romano della mondializzazione mercatistica.
Vi troviamo in questi giorni un interessante e rivelativo articolo di Giorgio La Malfa: “Recovery Fund, un’agenzia a guida forte per il piano di rilancio“.
Si scrive testualmente nell’articolo: “La mia proposta è di istituire un’agenzia e affidarla ad una personalità in grado, per il suo prestigio e la sua competenza, di assicurare all’Italia e all’Europa un’efficiente preparazione ed esecuzione del piano. Qui viene naturale il nome di Mario Draghi, cui il governo potrebbe chiedere di rendere all’Italia questo prezioso servizio“.

Dopo essermi addentrato nel campo nemico e aver letto queste parole, lasciate che svolga due considerazioni.

In primo luogo, ancora una volta, si propone un expertise non eletto democraticamente, ma affidato d’imperio a tecnici ed esperti, che sono poi sempre – guarda caso – banchieri e top manager di provata ortodossia neoliberista.
Task forces, comitati tecnici, agenzie. Mutato nomine l’idea è sempre la medesima: vi sono esperti che devono essere nominati dall’alto, perché non tutti hanno le competenze per decidere, sicché occorre istituire una governance di tecnici ed esperti in barba alle più elementari procedure democratiche.

Il neoliberismo potrebbe essere definito – credo – come la graduale sostituzione delle democrazie con gli expertise tecnici, dove naturalmente la parola “tecnici” è soltanto una vernice per nascondere la reale essenza di questi personaggi, cioè manager e banchieri di provata ortodossia liberista.

Il secondo punto su cui voglio portare l’attenzione si può condensare nelle parole della canzone “Ancora tu”.
Ancora Mario Draghi. L’uomo dei mercati e della cessione di sovranità, l’uomo del panfilo Britannia nel 1992, l’uomo della scellerata lettera Draghi-Trichet, l’uomo “approvato da destra e da sinistra”.
In sostanza Mario Draghi è, dal punto di vista dell’ordine dominante, l’uomo giusto. L’uomo per mettere d’accordo i mercati e le loro classi. Il garante dell’ordine liberista.

Prepariamoci dunque, presto o tardi arriverà Mario Draghi, colui che ha sostenuto l’esigenza di cedere tutta la sovranità politica all’Europa, dopo aver già ceduto quella monetaria ed economica.
Questo è il destino degli sventurati popoli d’Europa, Italia compresa: cedere la democrazia nelle mani di esperti banchieri e top manager liberisti.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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