Era il 3 dicembre 2014 quando Salvatore Buzzi veniva arrestato insieme a Massimo Carminati: l’operazione Mondo di Mezzo, al tempo Mafia Capitale, portava loro due e altre 35 persone coinvolte a rispondere dell’insieme di reati che ruotava intorno a quello che Buzzi oggi definisce “il sistema”.
Decaduta l’imputazione di associazione mafiosa e in attesa del ricalcolo della pena, Salvatore Buzzi ha deciso di raccontare “la sua verità” e lo ha fatto attraverso il libro ‘Se questa è mafia‘ curato dal giornalista Stefano Liburdi.
Un libro difficile da presentare, ha spiegato proprio Liburdi ai nostri microfoni. Il perché lo hanno raccontato insieme in questa puntata speciale di ‘Lavori in corso’. Con Stefano Molinari e Luigia Luciani, ecco l’intervista che hanno rilasciato Buzzi e Liburdi in diretta.
[VIDEO] INTERVISTA A SALVATORE BUZZI ► “Vi racconto la mia verità”
Le accuse di associazione a delinquere
“Ammetto di aver pagato tangenti, perché questo era il sistema. Ma è strana un’associazione a delinquere in cui i vertici dell’associazione pagano tangenti e fanno turbativa d’asta e gli utili vanno a 1270 persone. Per essere più chiari, gli utili prodotti da questa cooperativa andavano ai soci, che associazione a delinquere è?”
Il campo nomadi di Castel Romano
“Nel 2012 noi riceviamo l’incarico direttamente dal Comune, la ‘Banda Bassotti’ Buzzi e Carminati, la chiamavamo così, ci mettiamo 40 giorni a fare il campo nomadi e spendiamo 1,4 milioni. La cosa grave è che non fu messo a bilancio. Io fui accusato di fare pressioni, ma facevo pressioni per essere pagato. La procura lì ha ipotizzato la mafia. Vorrei vedere se il Procuratore Pignatone non prende lo stipendio se non si arrabbia. Mettiamoci nei panni dell’imprenditore che fa un lavoro da 1,4 milioni e non viene messo a bilancio”.
Massimo Carminati
“Io mi attengo agli atti. Carminati ha tre rapine fatte negli anni ’79/80. Nell’81 in un conflitto a fuoco viene colpito gravemente all’occhio destro, sta per anni ricoverato negli ospedali quindi lì finisce la carriera criminale di Carminati. Poi non c’è niente. C’è il furto al caveau organizzato dai carabinieri. C’è una sentenza: era organizzato dai carabinieri, Carminati era un cassettaro.
La ’29 giugno’ aveva la manutenzione del verde dell’ente Eur dal 2000. Nel 2009 viene nominato amministratore delegato Mancini, nel 2011 Mancini mi dice che devo fare la prossima gara con Carminati. Associazione in partecipazione. Il PM me lo chiese, perché ho scelto Carminati? Carminati nel 2011 era un cittadino libero, c’era la fila dietro Carminati”.
Il reato di turbativa d’asta
“Turbativa d’asta è quando esce un bando che può fare una sola persona. Ma se esce un bando in cui siamo quattro persone, sono quattro lotti e noi quattro ci mettiamo d’accordo su dove andare non è turbativa d’asta, si chiama equilibrio di Nash”.
La gogna mediatica
“Abbiamo avuto una sistematica violazione del diritto dell’indagato. Una campagna mediatica che durò 40 giorni. Ci siamo salvati per poi c’è stata Charlie Hebdo, se no sarebbe durata per altri mesi. Ogni giorno mafia, mafia… Ma come si fa a fare il processo, come fa il giudice a non essere influenzato? C’è un’ordinanza di un giudice che scrive il falso su di me. Questo era il clima. Come ti difendi tu che stai in una cella?”
La cena con l’ex Sindaco Alemanno e Luciano Casamonica
“Quella che viene ritratta nelle foto è una cena svolta a settembre 2010 in cui ci sono tutti. Era una cena di pacificazione tra il sindaco e tutte le cooperative di sinistra che avevano combattuto Alemanno. Luciano Casamonica lavorava, era un ex detenuto che lavorava nella cooperativa. Ma c’erano tantissimi detenuti. Lui si è fatto la foto con Alemanno e poi quella foto l’hanno estrapolata perché lui si chiama Casamonica”.
Le intercettazioni
“La frase ‘con gli immigrati si fanno più soldi che con la droga’ viene da un litigio in auto con la mia collaboratrice, Chiaravalle Pierina. Siamo in auto, è una lite abbastanza furiosa e io per farla tacere dico questa frase assolutamente estrapolata dal contesto. Quando uno litiga dice anche stupidaggini. Dopodiché l’ufficio stampa dei Ros su incarico della procura, come ci ha confermato il Colonnello Russo in una deposizione al processo, estrapola questa intercettazione, me la mette come una telefonata e diventa la frase cult di battaglia della destra contro gli immigrati. Questa è un’operazione politica fatta dai Ros e dalla procura contro l’immigrazione perché quella frase non ha alcun senso nel contesto. Io non ho nessun reato legato all’immigrazione. Montate ad arte: tu tra 120 mila intercettazioni prendi quella e la spari sui giornali che potevi pensare, non è un’operazione politica? Il significato? Non c’è. Era una frase fuori contesto”.
Le tangenti
“Le mie corruzioni le ho ammesse pacificamente. Ne ho tre. Ho dato 65 mila euro per prendere tre lavori. In realtà ne ho dati 100 mila ma dicono che non sono credibile, va beh 65 mila euro. Tutte le mie altre corruzioni erano per essere pagato, è questo che bisogna capire. Io avevo 1250 persone. Se la Pubblica Amministrazione avesse pagato come la legge stabiliva io tutte quelle corruzioni non ce le avevo”.
La “mucca” e lo spaccio di droga
“La prima frase celebre è quella della mucca. Io andavo in Comune e mi chiedevano assunzioni, perché la gente ha bisogno di lavorare. Io cosa dicevo, la mucca, la cooperativa, prima di essere munta deve mangiare. Se tu vuoi un posto di lavoro mi devi dare un nuovo lavoro.
La seconda è quella di Brugia che racconta che un notissimo anchorman televisivo per approvvigionarsi di 100 grammi di cocaina non va dallo spacciatore magrebino ma da un amico di Brugia che ci guadagna pure qualcosa. Quindi tra il personaggio televisivo famosissimo e lo spacciatore c’era l’amico di Brugia. Non Carminati. La raccontano al bar. Se fosse vero questo, perché la procura non ha indagato questo personaggio televisivo? C’è nome e cognome”.
La cooperativa ’29 giugno’
“La cooperativa non esiste più. Se io non sono mafioso, tu la cooperativa me la dovevi conservare come un buon padre di famiglia. Questo dice il codice civile”.
Virginia Raggi
“La Raggi deve ringraziare Buzzi e Pignatone se no era un oscuro consigliere comunale. No che viene ai processi ed è contenta quando c’è la mafia. Dovrebbe essere contenta che a Roma non c’è la mafia. Poveretta. Lo dico lo penso e lo rivendico: poveretta. De Vito? Per me era innocente”.
ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE
LEGGI ANCHE:
- Caso Vannini, chiesti 14 anni per i Ciontoli ► Valentini: “Marco ha vinto”
- Non facciamo che assistere ad assurdi episodi di violenza: cosa siamo diventati?
- Mafia Capitale ► Avv. Buzzi: “C’è una Procura della Repubblica che ha fallito il suo esperimento